Com’è suo costume quando le cose si mettono male, il comunista con il culo degli altri Giudiceandrea, dopo la palata del 4 marzo, inizia a studiare come abbandonare la nave e posizionarsi su qualche scialuppa sicura. Ha capito che con il PD non c’è più trippa per gatti, e che per lui una possibile rielezione alle prossime regionali sotto queste insegne è impossibile. Tutta l’esperienza accumulata in tanti anni di salto della quaglia gli suggerisce che è tempo di smobilitare e trovare altra collocazione politica meno invisa alla gente, altrimenti il rischio di finire a fare praticantato in qualche studio di avvocato diventa sempre più concreto.
Sarà difficile, per quanto arzigogoli in politichese convinto ancora di far presa sulla gente, questa volta per lui riposizionarsi. Proverà insieme a qualcun altro a camuffarsi nel civismo, ma la sua faccia oramai la conoscono tutti. Solo una plastica facciale lo può salvare. Ma nonostante ciò ci prova lo stesso e annuncia al mondo non solo di aver abbandonato la vergognosa assemblea di ieri del PD, ma addirittura che non parteciperà alla prossima. Si dice basito per la mancata assunzione di responsabilità da parte di chi non lo sa neanche lui, e conclude lapidario: se così non sarà è inutile partecipare alla vita di un partito democratico morto. Amen. Insomma lui di questa sconfitta non si sente responsabile, lui non c’entra niente con la politica clientelare del PD. Perciò: o esce il responsabile di questa sconfitta, oppure, lui che è un politico di primo piano, cambia bandiera. Sai la novità!
Di seguito il comunicato integrale di Giudiceandrea.
Ancora una volta un rinvio… e ancora i vertici di un partito allo sbando, privo dei componenti delle segreterie provinciali e con i suoi uomini tutti ai loro posti di comando dopo una debacle storica (14,2 % su base regionale e 13.3 % in provincia di Cosenza, 5/6% in meno rispetto al già nefasto 19% nazionale).
E mentre a Roma si cede il passo a una dirigenza nuova e accreditata, qui da noi pare non sia successo nulla… Hanno fatto bene il presidente Oliverio e Battaglia a non parlare, ché ne avrebbero avute cose da dire. Io sono andato via, e il 4 non tornerò in assemblea. Se non ci saranno doverose assunzioni di responsabilità, vere e reali basi di un rilancio del partito non volto alla conservazione di posizioni asfittiche personali, sarà assolutamente inutile la partecipazione alla non vita di un partito democratico morto.