Giustizia nel caos. Davigo: “Morra è un bugiardo, le sue sono ricostruzioni fantasiose”

Siamo alla battute finali di quella che possiamo definire la farsa tragicomica messa in scena dal professore Morra. Già, perché è da più di otto anni che il senatore Morra si spaccia per quello che non è: un uomo ligio alle regole e con un alto senso civico. In realtà Morra, da quando è stato miracolato, più che impiegare il suo tempo per denunciare malaffare e corruzione così come diceva e dice di voler fare, si è adoperato solo ed esclusivamente ad apparare i fatti suoi, spesso legati a qualche suo familiare un po’ troppo spigliato nelle frequentazioni e di manica larga con i denari altrui. E lo ha fatto nel peggiore dei modi “accriccandosi” con il sostituto Manzini, nel vano tentativo di costruirsi un minimo di copertura da contrapporre a chi agitava, e agita, i suoi scheletri nell’armadio. Infatti dopo una prima e breve fase di “duro e puro”, capito che nulla poteva contro certi poteri forti, ha ripiegato cercando un accordo sottobanco con i suoi “detrattori”. Un accordo che ha avuto anche come “oggetto” il boicottaggio, riuscito, dell’ispezione ministeriale chiesta da 8 deputati 5 Stelle presso il Tribunale di Cosenza. Da allora Morra ha trovato nuovi alleati nella sua battaglia sottobanco contro di noi, gli unici che hanno continuato a parlare dei suoi intrallazzi.

Morra è un bugiardo al pari di Occhiuto, e la sua parola non vale niente. Ed è per queste nostre considerazioni che Morra ha chiesto ed ottenuto dal sostituto Manzini i mandati di perquisizione e il sequestro dei pc della nostra redazione. Oltre a voler scoprire le nostri fonti, quello che premeva al professore era mettere a tacere la nostra libera voce. L’unica voce, dopo l’accordo raggiunto con i suoi nemici, rimasta attiva. Un atteggiamento uguale a quello dei tanti politici massoni collusi che lui dice di voler combattere. Presto anche questa storia verrà a galla e allora ne vedremo delle belle.

Che Morra è un bugiardo lo dice anche il dottor Davigo, suo amico e compagno di tanti convegni. Morra ha raccontato nel pollaio di Giletti di aver visto i famosi verbali di Amara: Dice Morra da Giletti: “Davigo mi invitò ad uscire dal suo ufficio e mi mostrò i verbali nella tromba delle scale nella sede del Csm. Mi mostrò queste carte che parlavano del coinvolgimento del dottor Ardita in una loggia massonica segreta. Mi raccontò che c’era un collaboratore di giustizia che stava rendendo queste dichiarazioni a una Procura del nord. Non mi disse né la città, né il nome dei pm, né il nome del collaboratore. Non parlò di un dissidio tra sostituto e procuratore capo”.

Una ricostruzione che ora l’ex pm di Mani Pulite smentisce, e a stretto giro, dai microfoni di “Di Martedì”, arriva la sua risposta a Morra: “Non è vero, al senatore Morra non ho fatto vedere nessun verbale. Lui ricorda male e dice cose fantasiose”.

Ora, chi dei due dice la verità? Una cosa è certa, a dire cazzate è Morra che evidentemente in questa storia di dossieraggi e infamie ha qualcosa da nascondere, come sempre del resto. E poi come mai Morra decide di sputtanare con questa clamorosa bugia quello che fino a ieri considerava uno dei migliori magistrati italiani, nonché suo amico personale?

Tirare fuori la verità a Morra è complicato, tante sono le bugie che in tutti questi anni ha raccontato, quello che pensavamo dovesse essere l’ariete con il qualche sfondare il muro di omertà che regna nelle istituzioni, si è rivelato alla fine il miglior alleato dei corrotti e dei collusi.