Giustizia nel caos, la “congiura degli onesti”

Alfonso Bonafede e Andrea Nocera

di Tiziana Trevisson
Fonte: Adesso parlo io (https://www.adessoparloio.com/)

In questi giorni la stampa italiana si occupa, in modo frenetico, della giustizia in balia della tempesta, dopo che ben tre caposaldi del Ministero sono stati costretti a dimettersi per questioni assai poco edificanti: il Capo dell’Ispettorato Andrea Nocera, il Direttore del Dipartimento Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, il Capo di Gabinetto del Ministro Alfonso Bonafede, Fulvio Baldi.

Il dott. Andrea Nocera ha lasciato l’incarico dopo aver appreso di essere inquisito per una presunta corruzione: biglietti per aliscafi e il rimessaggio di un gommone, in cambio di notizie su un procedimento penale in corso; il dott. Francesco Basentini si è dimesso per le scarcerazioni di alcuni boss mafiosi, autorizzate a causa del coronavirus; le dimissioni del dott. Fulvio Baldi sono dovute a fatti emersi da intercettazioni telefoniche con il dott. Luca Palamara, ex membro togato del Consiglio Superiore della Magistratura, dalle quali sarebbero emerse raccomandazioni a favore di due giudici per incarichi al Ministero.

Non mi stupisce che la forza delle correnti della Magistratura possa avere il sopravvento nell’affidare incarichi direttivi all’interno di un Ministero o nella nomina di Procuratori della Repubblica, previlegiando gli amici, i sodali, i più disponibili a eseguire bassi servizi: questo è un fenomeno disgustoso, ma presente forse da sempre. Non mi stupisce neppure che il giovane Ministro Bonafede, sia stato lasciato solo, vittima di una strana congiura, che io definisco la “congiura degli onesti”, onesti di cui si era circondato, abbeverandosi delle loro parole, come di acqua pura di fonte: capita agli sprovveduti, assetati di potere.

Mi stupisce, invece, chi, come l’ingenua Alice nel Paese delle Meraviglie, resta sbalordito di fronte a tanto squallore; mi stupisce chi, conoscendo le proprie malafatte, si sia eretto a censore dell’opera altrui, come il dott. Nocera che ha predisposto l’atto per l’azione disciplinare nei confronti del dott. Eugenio Facciolla, Procuratore Capo a Castrovillari, mentre stava portando a termine delicatissime inchieste; mi stupisce chi, dopo ben due anni di silenzio, come il dott. Nino Di Matteo, in una trasmissione televisiva ha sollevato il sospetto che il Ministro avesse ceduto a pressioni mafiose per la sua mancata nomina a direttore del DAP, dopo essere stato coartefice dell’allontanamento, attuato in quarantotto ore, del Procuratore Generale di Catanzaro Otello Lupacchini, per aver questi denunciato in una trasmissione televisiva fatti rilevanti, già portati a conoscenza delle competenti Autorità, senza che le stesse si fossero attivate per emendare gravi anomalie; mi stupisce chi, come il Sen. Prof. Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, prospetti, con l’aria di chi la sa lunga, interferenze dell’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, posseduto dal demone vendicativo, sulla mancata nomina del dott. Di Matteo a Capo del DAP; vieppiù mi stupisce chi, sempre presente in televisione, per elargire consigli di tutti i tipi, nelle più svariate discipline, eroe della lotta ad una mafia, che dopo anni di suo notturno e diuturno impegno, crescerebbe, anziché diminuire, implementata dagli effetti perfino del COVID-19, per stare alle sue parole, tace proprio su un argomento su cui potrebbe far conoscere il suo pensiero di Magistrato: mi riferisco al dott. Nicola Gratteri, Procuratore della Repubblica di Catanzaro, alieno, sempre a suo dire, da rapporti con i Politici, ma pronto a rivestire il ruolo di Ministro della Giustizia, ovviamente non per se stesso, ma per il bene del Paese, che potrebbe avvalersi delle sue illuminanti idee e della sua lunga esperienza.

Ma, forse non c’è proprio nulla di cui meravigliarsi: come diceva il grande Francesco Carrara “quando la politica entra dalla porta del tempio, la giustizia esce impaurita dalla finestra per tornarsene al cielo”.