Gli scrocconi

Eccoli gli scrocconi. Gli sbafatori, i mangioni, i parassiti, personaggi privi di etica e morale che vivono con un unico scopo: fare la bella vita senza mai versare una sola goccia del proprio sudore. Lo scroccone, prima ancora che una categoria dello spirito e una condizione umana, è un personaggio bisognoso di spiccare il volo, di farsi largo, di trovare la giusta strada per poter vivere alla grande a spese degli altri. Allo scroccone poco importa chi sono “gli altri”, l’importante è non ricevere a fine serata il “conto” e trovare sempre un Pantalone pronto a pagare. Nel loro caso i cosentini.

La vita e il mondo dei parassiti ruota tutto attorno ad un’unica parola che assume, tra di loro, una definizione suprema: l’evento. Di qualsivoglia natura, religioso, culturale, commerciale, culinario. Per personaggi come la Patatina, esperta suprema in materia, l’evento è tutto. È il momento in cui ognuno di loro sfoggia le proprie capacità “scroccatorie”. Infatti per la Patatina, ma vale per tutti loro, intrufolarsi in ogni dove, che sia un apericena, o l’inaugurazione di qualche attività gastronomica, oppure un matrimonio, e ancora, il convegno tal dei tali o la mostra di tizio, piuttosto che casa di qualcuno, è la prima regola da applicare. Se non ti sai intrufolare, cambia mestiere, lo scrocco non fa per te. Intrufolarsi sempre e comunque è un’arte che si acquisisce solo con l’esperienza. Per arrivare ai loro livelli bisogna pagare un prezzo alto in perdita di dignità, rispettabilità e onorabilità, l’importante, resta però, ed è qui che si apprende la lezione, è non pagare in euro.

Nel caso di specie dopo una amletica riflessione della Patatina che poneva la domanda sul dove trovare qualche caggio da spennare, il gruppone degli scrocconi più famosi della città – che quando non sono insieme non fanno altro che parlare male l’uno dell’altro – ha optato per la sempre sicura vigna: Ristorante dal Prestanome. Un luogo dove la sicurezza di non dover pagare il conto è matematica. Tanto a far quadrare il bilancio del ristorante con i soldi dei caggi ci pensa Lui. Il Prestanome, dove si mangia assai e si paga niente, è da tempo diventato il luogo preferito d’incontro per gli scrocconi provenienti da ogni dove. È qui che i massimi esperti dello scrocco si ritrovano per scambiarsi idee e “trucchi”. Una specie di “cantina degli artisti della truffa”, tipo quelle di una volta dove per pagare il conto bastava lasciare il proprio nome scritto sul tavolo, accompagnato da qualche disegno o poesia. Il Prestanome, oltre ad una cucina garbata e a tratti raffinata, garantisce a tutta la cricca una mangiatoia sicura e abbondante. Tanto pagano i cosentini, visto che sono quasi tutti consulenti del sindaco, pagati con denaro pubblico. Ed è al momento il “Locale” più gettonato, il più frequentato. C’è stato persino Gratteri.

A guardarli però, al di là dei benefici mangiarecci, e non solo, di cui godono, un po’ di tristezza la fanno. Non fosse altro che per la ritualità a cui devono sottostare, ogni giorno uguale a se stessa, per avere, alla fine, un piatto di minestra accompagnato da una ottima sciampagna. Per essere scrocconi, pari loro, non basta la sola forza di volontà, bisogna avere anche una faccia tosta come la loro, o meglio bisogna essere capaci di sostare per l’intera serata tra i tavolini e il bancone del bar, magari con un bicchiere in mano vuoto, raccattato chissà dove, e lanciarsi all’ingozzo di tutto quello che offre (a gratis) l’happy hour, come un normale cliente che ha pagato il biglietto. Certo, questa tecnica comporta dei rischi, perciò vi consigliamo, se non siete esperti, di non provarci, che solo professionisti come loro riescono ad evitare. Uno dei rischi, una volta sgamato, è quello di venire additato, non come scroccone (che ci può pure stare), ma come un parassita di professione. Che poi, in sostanza, è quello che sono loro. Dei volgari e banali parassiti di professione.