Gli stipendi d’oro della sanità: le indennità dipartimentali e i furbetti della Ragioneria

Non passa giorno nel quale non riceviamo notizie sconcertanti sui metodi di gestione della sanità a Cosenza.

Stamattina ci occupiamo di stipendi.

Parliamo degli stipendi d’oro di tutti quei dirigenti medici, una decina, ai quali, in maniera illegittima, la direzione aziendale elargisce ogni mese, a puro titolo di regalo, circa 2000 euro per un totale annuo di 24mila euro facendoli passare come indennità dipartimentale (ex artt. 39 e 40 del contratto collettivo nazionale di lavoro medici e veterinari ed SPTA) alla quale non hanno assolutamente diritto.

Va da se che sono soldi sottratti alla collettività. Da chi li riceve, da chi li dà e anche da chi, nella piena consapevolezza che non possono essere erogati, li ha illegittimamente inseriti, per dovere e/o costrizione polistituzionale nel contratto individuale di lavoro.

Ma non finisce qui.

Ci dicono che un paio di dipendenti amministrativi della Ragioneria (dei quali ovviamente conosciamo anche nomi e cognomi) percepiscono stipendi da favola da fare invidia ai dirigenti.

Tali soggetti, con ricatti e con la protezione della direzione aziendale, fanno passare come attività straordinarie e particolari le attività di normale routine, per cui chiedono e attengono tutto ciò che vogliono dalla direzione.

L’atteggiamento di queste persone è dovuto alla forte incompetenza del dirigente dell’Unità Operativa di appartenenza, che, consapevole dei propri limiti culturali, li sostiene nelle loro rappresaglie contro l’azienda, per cui i soggetti, consapevoli di ciò, la fanno da padroni.

Come? Intascando soldi da:

  1. stipendi da dirigenti;
  2. progetti obiettivi a iosa;
  3. straordinari che non ti dico;
  4. titolarità di posizioni organizzative e chi più ne ha più ne metta.

Ma tutto questo è possibile grazie anche alla grande complicità e all’estrema connivenza della direzione generale, amministrativa e sanitaria dell’Asp, che invece di prendere posizioni severe davanti a tali fatti e tali personaggi, per dovere di partito fanno carte false per proteggerli e avallarli nelle loro scorribande e scaricano, con meschini e futili sotterfugi, i veri e legittimi dirigenti.