Grandi Opere, in manette anche il figlio dell’ex ragioniere generale di stato Monorchio

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Tra gli arrestati nell’ ambito dell’inchiesta romana sulle grandi opere, legate agli appalti sulla Tav Milano- Genova e A3 c’è anche Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea, reggino e a lungo inserito nei gangli del potere.

Giuseppe Lunardi, invece, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, risulta indagato a piede libero.

Quanto a Monorchio, amministratore della Sintel, arrestato per corruzione, “sono continue le sue pressioni – ha sottolineato il gip Gaspare Sturzo – verso Ettore Pagani (direttore del General Contractor Consorzio Cociv, ndr) per cercare di ottenere liquidazioni di parti del corrispettivo nell’ambito del rapporto tra Cociv e la stessa Sintel, di cui al contratto milionario del primo aprile 2015 che invece alla luce dei fatti, ove fosse stato correttamente valutato dagli organismi di vigilanza delle aziende di cui al Cociv o Scilla Reggio Calabria scpa, avrebbero comportato certamente l’immeditata risoluzione dello stesso, come del resto riscontrabile dalla lettura degli inadempimenti gravi e del codice etico”.

Per la Procura di Roma, Monorchio, d’accordo con Giampiero De Michelis, avrebbe ricevuto indebitamente da Pagani “promesse di utilità consistite in forniture di servizi nel settore delle prove sui materiali da costruzione in favore della societa’ consortile Kronotech, partecipata dalla Crono srl, riconducibile a Monorchio, quale prezzo per l’esercizio della funzione e per la violazione dei doveri di imparzialita’ e terzieta’ del pubblico ufficiale”.
Ma anche dai vertici della società Ceprini Costruzioni spa e da quelli della Berti Sisto e Costruzioni Stradali, Monorchio avrebbe ricevuto “utilità consistite in un contratto per la fornitura del “servizio di gestione qualita’, ambientale e sicurezza”, e per prestazioni legate “al prelievo e alle prove su campioni dei materiali” sempre a beneficio della Crono.