Questa storia dei verbali dei pentiti che circolano liberi per la città, e che li puoi trovare anche sugli scaffali dei supermercati o dai fruttivendoli a tanto al chilo, ha creato non poco problemi ai magistrati. Specie a quelli corrotti, il cui unico interesse è quello di coprire eventuali politici, colleghi magistrati, e servitori dello stato infedeli beccati, da intercettazioni o inchiodati da dichiarazioni, con le mani nella marmellata.
La prima cosa che fa un magistrato corrotto, quando si trova di fronte a dichiarazioni compromettenti per i suoi amici, è quella di far sparire subito i verbali compromettenti. Senza verbali non c’è prova. Per poi adoperarsi a tacitare il pentito di turno le cui esternazioni sono finite sui verbali, con la complicità di poliziotti e carabinieri che hanno assistito all’interrogatorio. Ed imboccare un pentito, per un magistrato antimafia, è un gioco da ragazzi. Anche se non è lui direttamente a gestirlo. Tra colleghi non si fanno torto.
Anzi, oggi io faccio un favore a te, domani me ne fai tu uno a me che non si sa mai. Questo è possibile perché i pentiti a convenienza sono disposti a tutto pur di non andare in galera. Sono completamente asserviti al pm. Fanno e dicono tutto quello che il pm gli ordina. E voi capite che se decidono di attaccarti in questo modo, difficilmente te la cavi.
Bene che vada, ti ritrovi a dover affrontare un processo per 10 anni. I pm hanno un potere enorme. Sono loro che decidono chi va dentro e chi resta fuori. E lo fanno in totale autonomia e senza nessuna forma di controllo sul loro operato. Come è giusto che sia e come dice la Costituzione.
Ma se non sei una persona perbene con un alto senso del dovere, se non sei un cittadino sinceramente democratico, libero da condizionamenti e con una sviluppata coscienza civica, il problema diventa serio.
Tutto questo potere nelle mani di un magistrato corrotto può trasformarsi in un’arma formidabile per mafiosi, furfanti, narcotrafficanti, tangentisti e mascalzoni di ogni sorta. Se sei uno che dà fastidio al loro operato, possono farti minacciare da malandrini di strada, e quando questo non funziona, possono sempre inventarsi una bella inchiesta farlocca con tanto di pentiti, che, imboccati, raccontano storie fantastiche sulla tua persona.
Chi ci garantisce che nel loro operato i magistrati sono sempre onesti ed imparziali? Nessuno! Dobbiamo fidarci. Dobbiamo dare per scontato che tutti i giudici sono bravi e onesti. Anche perché la nobiltà di questo antico mestiere non permette la messa in discussione di queste qualità che sono da ritenersi innate in tutti gli appartenenti a questa casta.
Tutti i magistrati nascono con il dono divino dell’onestà.
Spesso i verbali si fanno sparire anche per altre ragioni, come quella, ad esempio, di usarli come arma di ricatto nei confronti di coloro i quali sono chiamati in causa dai pentiti. Parliamo ovviamente di pezzotti politici. Pensate quale formidabile arma di ricatto può essere un verbale dei ROS che intercetta un deputato che si dichiara mafioso.
Da quel momento in poi questo deputato sarà completamente asservito al loro volere. Lo stesso vale per sindaci e altre categorie di colletti bianchi. E quando la fuga di notizie e dei verbali, loro malgrado, rende pubblico il coinvolgimento dell’amichetto politico da coprire, si usa il solito trucchetto di dire: servono più riscontri.
La frase di rito dei magistrati corrotti in questo caso è questa: non si può agire contro questo galantuomo (il politico amico coinvolto) solo sulle dichiarazioni di un pentito.
Per poi passare alla pantomima che si ripete uguale ogni volta che succede: una fuga di notizie. C’è sempre il procuratore che annuncia rigorose indagini, ma poi nulla accade. Avete mai sentito parlare di un processo a Cosenza o a Catanzaro che si occupa di processare talpe, servizi deviati, e simili? Mai. E questo la dice lunga sulla corporazione dei magistrati che amano parlare di Giustizia e Legalità in pubblico, ma poi sono i primi a tradire questi fondamentali principi del vivere civile.
Diciamolo chiaro, anche perché non sentirete mai nessun magistrato dirlo: uno dei problemi principali della nostra mancata crescita e del mancato sviluppo dei nostri territori è la corruzione dilagante nelle nostre procure.
Per uno onesto, ce ne sono 10 corrotti. In questo stato non è possibile parlare di niente. Men che meno di lotta alla corruzione politica/massonica/mafiosa e di cambiamenti vari. Che risultano solo retorica. Perché sono i magistrati i primi a non voler fare chiarezza. Anche quelli onesti. Perciò da noi denunciare il malaffare non serve a niente. Anzi, a denunciare la corruzione corri il rischio di finire male.
Questa è la situazione che neanche un magistrato come Gratteri può denunciare. Nonostante sappia benissimo che la corruzione esiste anche nei suoi uffici. Infatti, Gratteri parla male di tutti le altre “categorie”, tranne che di quella dei magistrati. Come se non sapesse che esistono giudici che vendono sentenze e pm che insabbiano inchieste. Ma si guarda sempre dal dirlo. Sugli altri usa parole di fuoco. Per loro vige l’omertà di casta.
Questo è il problema. Non nascondiamoci dietro un dito. Una volta Berlusconi ebbe a dire che i pm dovevano entrare in servizio solo dopo aver passato un esame psicologico. Cioè, prima di fare il magistrato bisogna accertarsi se l’individuo è in grado di intendere e volere. Se è completamente nel pieno possesso delle sue facoltà mentali.
Purtroppo non esiste una macchinetta elettronica in grado di dirci questo. L’onestà e il senso del dovere non vengono registrati da un microchip, ma si possono solo evidenziare con le azioni e i fatti. E i fatti e le azioni che vediamo oggi ci dicono che è tutto il solito e continuo magna magna. Buon appetito.
GdD