La mancata nomina di Gratteri alla guida della Dna ha suscitato un gran polverone di polemiche e critiche al Csm, polverone che si è trasformato in una vera e propria tempesta di sabbia dopo la pubblicazione della notizia di un possibile attentato della ‘ndrangheta contro il procuratore antimafia più famoso d’Italia. Tra i primi a indicare la responsabilità della mancata nomina al Csm i due principali sponsor di Gratteri: il dottor Ardita e il dottor Di Matteo.
Dice il dottor Ardita al Csm: “È come se la storia non ci avesse insegnato nulla. La tradizione del Csm è di essere organo abituato a deludere le aspirazioni professionali dei magistrati particolarmente esposti nel contrasto alla criminalità organizzata, finendo per contribuire indirettamente al loro isolamento”.
Dice il dottor Di Matteo al Csm: “Dobbiamo avvertire la responsabilità di non cadere negli errori che in passato, troppe volte, hanno tragicamente marchiato le scelte del CSM in tema di lotta alla mafia e che in certi casi hanno creato quelle condizioni di isolamento istituzionale che hanno costituito il terreno più fertile per omicidi e stragi”.
Il richiamo all’isolamento “istituzionale” di cui furono vittime Falcone e Borsellino, nelle parole dei due magistrati, è più che evidente. E il paventato rischio del ripetersi della tragica storia, annunciato nel loro intervento dai due magistrati, a danno del dottor Gratteri si è subito, ahinoi, concretizzato con una grave minaccia all’incolumità fisica del procuratore e dei suoi cari. Segno evidente che il messaggio “negativo” lanciato dal Csm con l’esclusione di Gratteri, di cui parlano sempre i due magistrati, è arrivato dritto dritto alle ‘ndrine colpite dall’azione giudiziaria della Dda di Catanzaro, che l’hanno inteso, vista la grave minaccia arrivata, come un “contributo indiretto” all’isolamento del magistrato. Come a dire: Di Matteo e Ardita c’hanno azzeccato. E il rischio per Gratteri oggi, più di ieri, si è fatto ancora più concreto. Tutelare Gratteri è l’urgenza del momento, al netto di ogni polemica, che non può però restare a lungo lettera morta. C’è da capire se nella scelta del procuratore nazionale antimafia, il Csm abbia agito secondo “scienza e coscienza”. Il che non è roba da poco.
Per fortuna e non solo, la gente si è subito stretta attorno alla figura del magistrato che ha fatto dell’indipendenza la sua bandiera. E gli attestati di solidarietà fioccano che è una meraviglia. Tra i tanti e sinceri attestati di solidarietà e vicinanza al magistrato, non potevano certo mancare la “frasi di circostanza” degli scribi e dei Farisei, in una parola, i politici. Gli stessi che non hanno mai sostenuto l’azione di Gratteri, anzi, spesso hanno criticato il suo operato definendolo “megalomane”. Tra gli attestati di solidarietà più ipocriti di certo quello del PD e di Roberto Occhiuto. Cosa che vale per quasi tutti gli attestati di solidarietà che arrivano da certa politica che, come si sa, ha contribuito ad isolare Gratteri in tutti questi anni. E qui c’è da dire che la colpa di ciò è anche un po’ di Gratteri che troppo ha ammiccato alla politica, e qualcuno ha approfittato di questo. In tutto questo mancano ancora all’appello alcuni politici di spicco: Tallini, Nicola Adamo e Ferdinando Aiello. E se il livello di ipocrisia è questo, siamo sicuri che non tarderanno ad arrivare.