Guerra in Ucraina. L’imperatore è nudo, prima o poi in tanti ricominceranno a pensare

(Francesco Erspamer) – Quello fra la Russia e l’Ucraina è un conflitto locale a bassa mortalità e distruzione; pur sempre una guerra e dunque atroce ma molto meno sanguinosa di quelle nella ex Jugoslavia, in Siria, in Yemen, in Ruanda per non dire delle invasioni americane dell’Iraq e del Vietnam (mi scuseranno i sempre più numerosi italiani americanizzati al punto da considerare tutto ciò che sia avvenuto prima di dieci anni fa equivalente alle guerre puniche e dunque da dimenticare). Se è stato trasformato in una specie di apocalisse è solo perché il neocapitalismo globalista è in chiara difficoltà e ha bisogno di diversivi; il più efficace dei quali, sperimentato con successo da CNN l’11 settembre 2001, è mostrare in mondovisione per mille volte consecutive la morte di tremila persone, così per gli psicolabili e media-dipendenti diventano emotivamente l’equivalente di tre milioni.

Ovvio che abbiano bisogno di questi trucchi virtuali: hanno prosperato per decenni non per reali qualità o virtù bensì attraverso il saccheggio sistematico delle risorse materiali e morali accumulate dalle generazioni precedenti; come un virus, il liberismo sopravvive solo finché ha altri organismi da distruggere e continuerà a farlo sino alla fine, non solo sua ma del pianeta.

Purtroppo se anche rinsavissero non saprebbero rimediare ai loro errori: sono troppo stupidi, come sempre gli egoisti, abituati a fingere che la realtà sia quella che loro desiderano. Basta che ascoltiate un personaggio come Biden, che sarebbe stato solo ridicolo se avesse fatto il direttore di un circolo sportivo ma che in quanto capo assoluto della superpotenza mondiale (e l’unica che al suo presidente attribuisca il diritto di lanciare bombe nucleari senza interpellare nessuno e senza che nessuno possa impedirglielo, incluse quelle che tutti contenti vi tenete sul territorio italiano per difendere dai cattivi comunisti il vostro diritto di comprarvi il suv BMW quando mai aveste i soldi per farlo) costituisce un’agghiacciante dimostrazione dell’ignoranza e nella superficialità dell’attuale classe dirigente e di buona parte dei suoi sudditi. Stessa cosa se in Italia ascoltate i suoi luogotenenti, tipo Draghi o Di Maio o Letta o il 95% dei giornalisti e sedicenti intellettuali.

Il pessimismo dell’intelligenza è inevitabile; tuttavia non ci esenta dall’impegno e dalla resistenza, fosse pure disperata o inutile. L’imperatore è nudo e bisogna gridarlo finché i tanti che per conformismo, paura, grettezza, indifferenza non se ne accorgono o fanno finta di non accorgersene, siano costretti a ricominciare a pensare.