I bus della Calabria di oggi come la Freccia del Sud di un tempo. E i politici sguazzano indisturbati nella ricchezza sulla nostra pelle

Autostazione di Cosenza la sera dell’Epifania. Una folla immensa che aspetta il pullman che riporterà donne, uomini, famiglie intere lontano dalla Calabria, a guadagnarsi il pane altrove. Ad esportare braccia, cervelli, idee e ricchezze in altre regioni d’Italia, lasciando affetti, ricordi, i luoghi del cuore, dell’infanzia e della spensieratezza. Come Cosenza ci sono decine di città della Calabria in cui la stessa scena si è ripetuta.

Come a San Giovanni in Fiore dove serpentoni di pullman (uno dei pochissimi mezzi per muoversi dalle Calabrie) aspettano il loro carico di umanità per portarlo a migliaia di chilometri di distanza. Foto e scene che sembrano tratte da giornali degli anni Cinquanta e Sessanta, ma sono del 6 gennaio 2025. Scene che chi governa questa terra dovrebbe ingoiare a pranzo e a cena e chiedersi se ha fatto il suo dovere per impedire che tutto questo accada. E accade da decenni, da quando la politica in Calabria è diventata un fatto privato tra ‘ndrangheta, massoneria e apparati deviati dello Stato, esattamente quella cloaca di intrecci che l’allora magistrato De Magistris aveva ben individuato. E anche se non è stato in grado di dimostrare la rilevanza penale di quei fatti, resta l’evidenza politica, morale e sociale di quel grumo di schifezze che ancora oggi governa la Calabria, scambiandosi gli scranni del potere politico, accumulando capitali fino a strozzarsi di soldi come Paperon de Paperoni, ma consegnando alla storia una terra affamata e disperata nonostante le immense e infinite bellezze che gli Dei le hanno concesso.

I bus della Calabria di oggi come la Freccia del Sud di un tempo, quando a partire erano soprattutto manovalanza e braccia per l’ediliza e le fabbriche del nord. Ora esportiamo soprattutto cervelli e idee che magari farebbero molto comodo a questa regione. Ma la Calabria (e l’Italia) così come sono, non ammettono spazio per la meritocrazia, per chi sa fare, per chi ha idee e competenze; devono emergere i figli dei politici che non sanno fare una O con un bicchiere, meglio se magari camminano a braccetto con qualche grembiulino e con i pari età dei boss della ‘ndrangheta. E attenzione, la colpa è solo in parte di questi signori, perché se i bus sono ancora carichi di umanità che emigra e questa terra è tra le più povere d’Europa, chiediamoci noi calabresi cosa abbiamo fatto fino ad oggi per cambiare questa situazione, oppure se siamo stati conniventi con questo sistema. E cosa possiamo ancora fare perché la mia, la nostra terra diventi l’eldorado che meriterebbe e non lo zerbino di casa di politici senza scrupoli che hanno a cuore solo le sorti delle proprie famiglie e quelle degli amici. Fonte: CrotoneNews