I frati francescani lasciano Cutro: in migliaia in piazza per una protesta silenziosa

Una Cutro che si stringe attorno ai suoi frati, per ricordare che 433 anni di storia non si possono affatto cancellare con una decisione che a molti è parsa, per quanto legittima, però parzialmente limitata ad una valutazione contingente, senza che si considerasse sia il rapporto storico tra la comunità cutrese e i frati, che le attuali condizioni di difficoltà della città degli scacchi.
Un piazzale del ss.mo Crocifisso affollato di gente, che ha risposto all’appello affinché si manifestasse un segno identitario tra Cutro e il convento dei Frati Francescani e ciò a seguito della decisione del Capitolo Provinciale, che riunitosi a Mesoraca, tra il 25 e il 29 aprile, ha decretato la chiusura del Convento. Una decisione motivata col venir meno delle vocazioni e con l’impossibilità per adeguatezza di forze a corrispondere alle esigenze della comunità cutrese, onde il passaggio all’Arcidiocesi di Crotone- Santa Severina della struttura conventuale con l’annessa chiesa del ss.mo Salvatore, ove è custodita la statua del Crocifisso, opera di fra Umile da Petralia, risalente al milleseicento-trenta. Una storia quella del rapporto tra il convento e i frati da un lato e Cutro dall’altro che è stata ripercorsa nel corso della serata.

Migliaia di persone di fronte alla chiesa e al convento, muniti di candele, una fiaccolata silenziosa e composta che veniva pervasa dalle parole introduttive che richiamavano l’attenzione sul missionariato francescano. È proseguita la serata con una carrellata visiva, visto che era stato installato uno schermo, e sono comparsi volti familiari ai cutresi, come Padre Pacifico Zaccaro, Padre Albano, Padre Umberto, Padre Carmelo e altri. Una carrellata che è stato un amarcord, e che ha suscitato commozione nei cuori dei cutresi che gremivano il piazzale. Ha poi preso la parola l’avvocato Gaetano Liperoti, che ha sottolineato nel suo discorso le origini storiche del convento, risalenti alla fine del millecinquecento e ha richiamato l’attenzione sul fatto che non si vuole criticare la decisione, ma che essa sia auspicabilmente oggetto di una ulteriore valutazione.
Cutro si stringe attorno ai suoi frati e dà un segnale ai vertici francescani e vescovile: i cutresi e i frati francescani hanno un rapporto di 433 anni, e la storia non si può affatto cancellare.