Iacchite’ “Stampa clandestina”: Gabriele Carchidi è un nome di fantasia

“Stampa clandestina”

di Giacomo Anelli

È così definita la stampa pubblicata e diffusa in violazione degli obblighi di legge sia relativi alla registrazione che alla pubblicazione.
La normativa penale stabilisce la punibilità di chi intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta nonché di chi pubblica uno stampato non periodico, dal quale non risulti il nome dell’editore né quello dello stampatore o nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero (art. 16 legge 8 febbraio 1948, n. 47). Definire Iacchitè stampa clandestina è l’equivalente del dire che Gabriele Carchidi è un nome di fantasia. Siamo al ridicolo.

Due pesi e due misure

di Sergio Nucci

Iacchite’ è stato oscurato perché “….si evince come l’articolista abbia ripetutamente utilizzato nei confronti del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, termini ed espressioni connotati da obiettiva e pregnante offensività”. Eppure le espressioni utilizzate da Iacchite’ nei confronti del procuratore di Cosenza sono davvero poca cosa se paragonate a quelle riservate ad altri personaggi pubblici e non della nostra società.
Premesso che chiunque scriva cose non vere ed oltraggiose debba risponderne penalmente e civilmente, il provvedimento di censura emesso nei confronti di Iacchite’ pare legittimare che le offese per alcuni siano più offese che per altri.

Insieme per la libertà di stampa

di Vito Barresi

Ti esprimo solidarietà e vicinanza per il grave atto repressivo che colpisce Iacchite’. L’inconcepibile provvedimento è lesivo della libera manifestazione del pensiero e dell’esercizio incondizionato e intangibile del giornalismo. Sono al tuo fianco nella giusta battaglia per la libertà di stampa che non può essere conculcata, specie nelle regioni dell’omertà, della connivenza e del silenzio come la Calabria. Spegnere la luce a un giornale è un fatto grave di pesante carattere repressivo, oltre che un atto iniquo, ingiusto e offensivo delle dignità e della cittadinanza.