Il Comune paga il fitto per uffici e magazzini di Scarpelli

Foto di FABRIZIO LIUZZI

A Cosenza esistono gli unti dal signore. Uno di questi è l’ingegnere Pianini. Proprietario dello stabile denominato palazzo Bilotti in via Rivocati n°130. Il quale riceve da oltre un ventennio, non si riesce purtroppo a stabilire con precisione per reticenza degli uffici comunali, un congruo canone dal comune per l’affitto dell’intero stabile. Dove da tempo risiede l’ufficio affissioni del comune di Cosenza. Nonché usato da tutte le amministrazioni come casa parcheggio per i cittadini che si trovano in emergenza abitativa.

Sono tantissime le famiglie che in quel fatiscente stabile hanno dimorato. Ad oggi gli atti parlano di poco più di centomila euro all’anno. E fin qui niente di male, se non fosse che ad abitare in quello stabile c’è solo una famiglia. E che il palazzo, se dovessi pagare io, per lo stato in cui versa, non pagherei neanche un euro. Viene da chiedersi, ma Occhiuto e Vigna non erano quelli che dovevano cancellare i fitti passivi? Tradotto: il comune di Cosenza per alloggiare la famiglia Pezzulli paga un affitto all’ingegnere Pianini, cognato di Gianfranco Scarpelli (già uomo dei Gentile nella sanità) dell’omonima salumeria e del nascente palazzo in corso Umberto, di 100.000 cucuzze l’anno.

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Non contento dell’affare, l’ingegnere ha pensato bene di murare magazzini e appartamenti (dello stabile in questione) per farne dono al povero cognato, dove ha sistemato uffici e deposito della sua contigua attività di salumiere. Dunque, i cosentini pagano anche l’affitto degli uffici e dei magazzini della salumeria Scarpelli. Camuffati nella delibera come appartamenti in uso all’amministrazione. Una truffa bella e buona. Ammantata dal fatto che a risiedere lì c’è ancora una famiglia. Per cui non si può recidere questo contratto.

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Così abbiamo deciso di chiedere direttamente alla famiglia Pezzulli un suo parere. A parlare è Francesco, meglio conosciuto come lo smilzo. Un ragazzo dal passato burrascoso, conosciuto alla cronaca locale come colui il quale riuscì ad evadere dall’aula bunker durante una delle udienze del processo Garden. Ma che da quando ha pagato il suo conto con la giustizia fila dritto. E non disdegna lavori pesanti. Infatti ha lavorato come manutentore stradale per un bel po’ di tempo.

“ Abito qui da quasi dieci anni e sono assegnatario di questo appartamento perché ho tutti i requisiti. Ma come potete vedere, voi stessi, le condizioni del palazzo e della mia abitazione sono pessime. Non hanno mai fatto la benchè minima manutenzione (e le foto lo testimoniano), e viviamo nell’abbandono e nel degrado. Più volte mi sono rivolto all’amministrazione per trovare una soluzione, ma sembra che di mollare questo stabile, il Comune non ha proprio intenzione. Poi, quando ho saputo che per il mio appartamento si spendono 100.000 euro all’anno, la rabbia è arrivata alle stelle. Così ho fatto una proposta al Comune, che mi sembra di buon senso. Ho trovato un appartamento in altra via che costa 5000 euro all’anno e se il problema sono io, sono più che disponibile ad andar via. Questa operazione farebbe risparmiare al comune 96.000 euro all’anno. Mi chiedo come mai, all’oggi, Occhiuto, non ha preso in considerazione questo mio suggerimento? E’ chiaro che esiste un accordo sottobanco tra il Comune e il proprietario, che usano la mia situazione come scudo per continuare a truffare i cosentini”.

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Una situazione a dir poco vergognosa, che mette ancora una volta in evidenza la linea di continuità degli intrallazzi, tra le passate amministrazioni e quella odierna. Una staffetta del malaffare che non si interrompe mai. Perché gli imprenditori spregiudicati, così come i mafiosi, non conoscono colore politico. L’unica cosa che gli interessa è fare soldi. E con Occhiuto, così come con Franco Ambrogio, gli intrallazzini trovano sempre un ottimo referente. E lo sprido continua.

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