Il cosentino e la seconda e terza fila

Quello che ci chiedono alcuni cittadini è di scoprire come mai il comando  della polizia municipale non emana un ordine di servizio a tutte le pattuglie, in servizio durante il giorno, di presidiare la viabilità nelle zone centrali della città, almeno nelle ore di punta. Della serie: quando serve il vigile non c’è mai. Specie nelle ore quando il traffico è intenso.

Questo, ci dicono alcuni cittadini, per scongiurare, non la seconda fila che oramai è una regola a Cosenza, ma quantomeno la terza. Una situazione, quelle del parcheggio selvaggio, che crea non pochi problemi al già congestionato traffico cittadino.

A Cosenza c’è sempre qualcuno che si ferma in seconda e terza fila solo per 5 minuti. E ognuno pensa: che vuoi che siano 5 minuti? Come a dire: mo’ facciamo che il problema del traffico a Cosenza sono io che mi fermo per qualche minuto in terza fila? Un po’ di tolleranza ci vuole, solo per me ovviamente, tutti gli altri li potete multare.

In questo ragionamento il cosentino non considera il fatto che 5 minuti per ogni automobilista che la pensa così, cioè tutti, significa trovare la seconda e la terza fila sempre occupate. E’ la somma di tutti questi 5 minuti che fa il totale.

Rispettare le regole del codice della strada è cosa che non appartiene alla cultura civica del cosentino. Se potesse, il cosentino, entrerebbe fin dentro il bar o il tabacchino con l’auto. Non neghiamolo.

Certo, la responsabilità di questo lassismo per le strade cittadine è colpa delle istituzioni, in questo caso della polizia municipale, che non sanziona i trasgressori, né  si adopera per far rispettare la legge. In fin dei conti chi glielo fa fare ai vigili di fare multe ed inimicarsi i cittadini. Stuartu o diritto a Cosenza ci conosciamo tutti, ed è sempre meglio, di fronte ad una infrazione, girare lo sguardo dall’altra parte.

Anche perchè la direttiva è non far multe, che a questo ci pensano già gli ausiliari del traffico per la storia della strisce blu. Ma è anche vero, come dicevo prima, che il cosentino non è incline al rispetto del codice della strada. I segnali stradali a Cosenza ci stanno per bellezza.

Eppure Cosenza è una città il cui centro lo giri a piedi in 10 minuti. Ma il fraccomodismo del cosentino va oltre. Non si ferma certo a questo mero principio del salutismo. Bisognerebbe trovare, per il bene di tutti i sistemi nervosi dei cosentini – specie di quelli i cui stintini si fannu a mazzacorda quando, per attraversare il centro in orario di punta, restano chiusi in auto anche un’ora –  una via di mezzo. La cosiddetta terza via.

Sarebbe bellissimo se su via Roma, ad esempio, sorgesse un’altra strada. Il problema del parcheggio non esisterebbe più. Ma sappiamo tutti che è solo una metafora la “terza via”, e l’unico posto dove possiamo costruirla è nella nostra testa. Cose che, per come è fatto il cosentino, a viu molto ma molto difficile.