Il tradimento dei tanti propositi di radicale cambiamento politico formulati nell’ultima competizione elettorale nazionale (2018) dal fu Movimento 5Stelle – tipo: apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno, mai alleanze con i partiti, mai più vitalizi ai condannati, un solo mandato e poi a casa, chi sbaglia deve pagare, e tutti i NO diventati di colpo SI. Si al Tav, sì al Ponte sullo stretto, sì alla cementificazione selvaggia dei territori – non solo hanno prodotto un calo dei consensi vertiginoso (dal 33% al 15% in meno di tre anni), ma soprattutto hanno creato le condizione per far deflagrare il Movimento in tanti piccoli partitini, come nella migliore tradizione italiana dei “grandi partiti”.
Sono già tanti i satelliti che ruotano attorno a quel che fu il Movimento 5Stelle: su tutti c’è Grillo messo all’angolo dalle note vicende che riguardano il figlio che da tempo parla solo a titolo personale. Poi c’è Casaleggio in conflitto con gli usurpatori Crimi e Di Maio, accusati da tanti “dissidenti” di essersi venduti ai partiti per una poltrona. Dissidenti che hanno dato vita ad una nuovo partito “L’Alternativa c’è”. A loro si aggiunge Di Battista, da sempre critico, e per certi versi profetico, rispetto alla deriva etica e morale intrapresa dal Movimento. E per finire (almeno per il momento) arriva l’annuncio della nascita di un nuovo partito lanciato dal duo Lezzi/Morra. Il tutto al netto dei tanti fuoriusciti che più che fondare un nuovo partito hanno aderito a quelli già esistenti.
Eh sì, avete letto bene, Nicola Morra sarebbe pronto a fondare il suo “Movimento”, insieme all’ex ministra del Sud Barbara Lezzi, e all’ex sottosegretario all’economia Alessio Villarosa, espulsi dai 5Stelle all’indomani della votazione della fiducia del governo Draghi. Il presidente della commissione antimafia non ha atteso neanche la “formulazione ufficiale” dell’espulsione dal Movimento per dar vita alla sua creatura politica. Il nuovo soggetto politico non dovrebbe confluire, a detta di Morra, nell’altro nato dall’ultima ondata di epurazioni ad opera del direttorio Crimi/Di Maio, L’Alternativa c’è. Ognuno per conto proprio.
Dopo quasi 8 anni di incontrastato dominio politico, mantenuto con la forza e il ricatto, che hanno praticamente azzerato (elettoralmente) i 5Stelle in Calabria, il senatore Morra ha deciso che è arrivato il momento di cambiare aria. Non vuole essere identificato con coloro i quali hanno, ad esempio, ristabilito i vitalizi ai condannati, o peggio non vuole essere complice di uno dei nemici storici del fu Movimento 5 Stelle: Mario Draghi. L’uomo delle banche e nemico giurato del popolo.
E così come fanno tutti i vecchi marpioni politici sempre pronti a cambiare bandiera, a seconda delle loro convenienze, anche Morra si appresta a mutare pelle. Deve far dimenticare ai calabresi i quasi otto anni trascorsi da senatore asservito alle logiche dei poteri forti per il suo personale quieto vivere. Infatti Morra in tutto quello che oggi rimprovera come “promesse tradite” agli usurpatori del Movimento sempre più vicini alla trasformazione definitiva nel “Partito di Conte”, come la mancata lotta alla corruzione e alla collusione tra politica e ’Ndrangheta, omette di dire, solo per rifarsi una verginità politica, che il suo contributo al “non cambiamento” è stato più che significativo. La sua percentuale di responsabilità nel totale fallimento degli “ideali” del Movimento è alta, ma lui piuttosto che affrontare l’argomento, con l’onestà intellettuale che dice di avere, preferisce nascondersi dietro le sue inutili quanto pallose elucubrazioni filosofiche sui massimi sistemi. Le solite “vave (bugie)” politiche che Morra ha imparato bene ad usare e che pensa di far passare per vere annunciando la scissione per incompatibilità etica e morale con il nuovo partito di Conte.
Come a dire: “io (Morra) resto sempre quello della prima ora (a chiacchiere), fortemente legato ai valori della trasparenza e della legalità (pilastri dell’allora Movimento), valori che il nuovo partito di Conte ha sacrificato sull’altare delle alleanze, ed è per questo motivo che non posso più restare nel Movimento. Anche se fino a ieri ho appoggiato tutte le sciagurate scelte che hanno portato alla trasformazione in peggio di quel che resta del fu Movimento 5 Stelle. Meglio abbandonare la nave prima di perdere completamente la faccia. Del resto le possibilità di una mia rielezione sono inesistenti, e la scelta di fondare un nuovo partito (l’ennesimo partitino dell’0,03%) è solo uno specchietto per le allodole, nonché un modo per uscire con decoro dalla scena politica, visto che il mio ritorno alla vita “civile” è imminente. Non vorrei essere additato per strada come il “traditore”. E fondare (per finta) un nuovo partito mi dà la possibilità di poter dire e far dire alla gente: … però lui quando ha visto che le cose erano cambiate se n’è uscito dal Movimento. Morra non è come Di Maio e Crimi che si vendono per la poltrona. Lui ha sacrificato la sua carriera politica per gli ideali, abbandonando un posto sicuro nel nascente partito di Conte. Ma la verità è un’altra: faccio tutto questo solo ed esclusivamente per un mio quieto ritorno alla vita civile, perché nel nuovo partito di Conte per me non c’è posto”.
Se quelle di Morra non fossero “vave” non dovrebbe avere problema a spiegare ai cosentini, ad esempio, il perché si è adoperato, così come ha sostenuto il deputato 5 Stelle Melicchio, a fermare l’ispezione ministeriale chiesta da 8 deputati 5 Stelle presso il tribunale di Cosenza. A questa domanda Morra non risponde mai. Morra dovrebbe anche spiegare cosa è realmente successo tra il sostituto procuratore aggiunto Marisa Pettinabambole Manzini e il procuratore capo di Cosenza Mario Gattopardo Spagnuolo, visto che lui è stato il protagonista di quella che tutti ricordiamo come la stagione “degli esposti alla Manzini”. Esposti e denunce presentate da Morra sugli intrallazzi della pubblica amministrazione (compreso il famoso interrogatorio a Cirò), di cui si sono perse le tracce. Morra è stato testimone oculare dello scontro tra la Manzini e Spagnuolo, e dovrebbe spiegare ai cosentini cosa lo ha indotto a fermare la sua azione di denuncia contro il malaffare a Cosenza e scappare insieme alla Manzini a Roma. Perché Morra non spiega mai queste cose? Perché evita queste normali e legittime domande? Perché c’è del marcio dietro, evidentemente. Qualcosa che Morra deve tenere nascosto e che lo riguarda in prima persona, fatti che metterebbero a nudo la sua totale ipocrisia e annullerebbero la sua orribile retorica sull’onestà. È questa la semplice verità, altrimenti risponderebbe senza problemi a queste domande, che sono solo un piccolo esempio del lato oscuro di Morra.
Insomma il tentativo di Morra di indossare nuove vesti, per meglio prepararsi al ritorno alla vecchia vita, può essere riassunto con il ritornello di una famosissima canzone Napoletana: “ … chi ha avuto, ha avuto, ha avuto, chi ha dato, ha dato, ha dato, scurdàmmoce ‘o ppassato, simmo “politici di professione” paisà”.