Il magistrato chiacchierone e il sindaco chiacchierato (di Saverio Di Giorno)

di Saverio Di Giorno

Il magistrato chiacchierone e il sindaco chiacchierato. Il magistrato che sente e ascolta tutto e il sindaco ascoltato. Il proprio cittadino modello e il suo sindaco. E con una battuta si può dire: e vissero felici e contenti. Ironia a parte, la cittadinanza onoraria che il sindaco Magorno ha deciso di dare a Gratteri (il quale pare aver accettato, anzi ha proprio accettato) è solo il coronamento di una lunga frequentazione che ha visto i due gravitarsi attorno come la Luna e la Terra. Terrazze cosentine, libri, presentazioni, eventi e ora cittadinanza. Cittadinanza onoraria perché forse era troppo dedicargli un murales come era stato fatto tempo fa per il commissario Mascherpa. E questa cittadinanza non è che la conferma di una gigantesca questione aperta sul rapporto tra poteri.

Il punto è che l’eredità che lascia Gratteri – è dannatamente triste scriverlo – quella che davvero peserà sulla Calabria riguarda molto più quello che ha evitato o non saputo (o potuto) fare che quello che ha fatto. Si prendano Vibo e Catanzaro, gli epicentri dell’attività di Gratteri: a Vibo scalpita tutto il grigiore delle commistioni con la prospettiva di elezioni comunali tutt’altro che democratiche e all’insegna della massomafia che dilagherà in tutte le liste e Catanzaro non respira aria diversa. Purtroppo. Ma è un purtroppo che deriva dall’obiezione che da sempre si muove a Gratteri: va bene tutto (o quasi), ma finché non si punta alla zona pulsante del potere massomafioso questo si rigenera. E non basta prendere qualche nome ormai storico e scaricato dalla stessa cricca o loggia. Le reti con cui Gratteri ha fatto in questi anni pesca a strascico, metodo tanto vituperato, avevano più di qualche buco, soprattutto a Cosenza.

Cosa c’entra Magorno in tutto questo? Magorno è grigio. È chiacchierato. Fin quando (noi cittadini) non sapremo con certezza chi è il parlamentare, un tempo Pd, che si vantava di essere mafioso e vicino al mondo delle cliniche private; fin quando non capiremo chi era l’omissis su quelle intercettazioni e che fine ha fatto quell’indagine (2016); fin quando non ci sarà una risposta sulle accuse di alcuni video di cui Iacchite’ ha scritto e da cui è sorta l’indagine sulla depurazione che accusa il suo comune di mazzette ci sarà il legittimo dubbio che Magorno sia una frequentazione sospetta. Di più: Magorno anche sul lato ionico è stato (e forse è) vicino ai patron della sanità privata Greco su cui esiste un’informativa della Finanza di Crotone che apre inquietanti interrogativi. In quell’informativa si parla di una riunione avvenuta a casa di Magorno per una spartizione della sanità. Da quegli articoli è partita un’interrogazione rimasta ancora senza risposta.

Gratteri tutto questo deve esserselo trovato sulla scrivania già dal momento dell’insediamento (sette anni e mezzo fa!) e allora o non è Magorno e quindi si sente libero di dialogarci, ma a questo punto vogliamo sapere chi è e perché Magorno non ha mai preso le distanze da queste polemiche né i suoi partiti hanno mai preteso un chiarimento, oppure non lo sa nemmeno Gratteri e dovrebbe essere però accorto. D’altra parte, è il procuratore più incensato, invitato e premiato d’Italia. Tertium non datur… anzi sì. La terza possibilità è che sia effettivamente Magorno e Gratteri lo sappia.

Pesa forse l’amicizia che lega entrambi a Matteo Renzi, o la facilità che entrambi hanno nel navigare con ambienti vicini al controllo e i servizi (Mancini da una parte e il Copasir dall’altra). O è semplice senso di arroganza istituzionale che permette ai due di tirare dritti senza sentire in dovere di essere trasparenti, di rispondere punto per punto a legittime domande e dare conto in ogni cosa ai cittadini?

In ogni caso esiste un nuovo diamantese, un nuovo souvenir da portare in giro insieme al peperoncino, all’acqua da bere e ai murales.