Il totoministri del «governo Meloni»: da Crosetto a Tajani le ipotesi sulla squadra

di Tommaso Labate

Fonte: Corriere della Sera

“Ho rimesso la cravatta dopo anni perché questo è un momento della mia vita che meritava di essere onorato”. Intervenendo in diretta in piena notte allo Speciale TgLa7 di Enrico Mentana, Guido Crosetto ha fatto l’esatto contrario di Alexis Tsipras. Se l’ex premier greco si era candidato alla guida del suo Paese togliendosi la cravatta – che avrebbe indossato di nuovo, come promesso, una volta esaurito il tempo del memorandum tra Atene e i creditori internazionali – per il fondatore di Fratelli d’Italia il gesto sa di un ritorno alla politica. Il cofondatore del partito di Giorgia Meloni, rimasto ancora una volta per sua scelta fuori dalle liste elettorali, è pronto a entrare nel prossimo governo. Due le possibili destinazioni finali: il ministero della Difesa oppure direttamente Palazzo Chigi, con i galloni di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

In attesa di capire se Crosetto sarà il successore di Lorenzo Guerini oppure il “Gianni Letta” di Meloni, inizia a intravedersi – lentamente – la foto della squadra di governo che apparirà agli occhi di tutti una volta che il puzzle sarà completato. FdI, forte di uno score elettorale che darà alla sua leader (e futura presidente del Consiglio) la capacità di muoversi con parecchia disinvoltura nei futuri vertici di maggioranza con gli alleati, ha il problema dell’abbondanza.

Francesco Lollobrigida potrebbe lasciare la postazione di capogruppo a Montecitorio, che ha occupato nella scorsa legislatura, per trasferirsi al governo. Dove? Alle Infrastrutture, per esempio, dossier di cui si è occupato in passato da assessore regionale del Lazio, all’epoca in cui l’allora ad delle Ferrovie Mauro Moretti l’aveva definito «il miglior assessore ai Trasporti che mi sia mai capitato di incontrare». Se a Giovanni Donzelli sarà chiesto di guidare la nutritissima pattuglia di deputati, a Giovanbattista Fazzolari – capo del centro studi di FdI e «uomo delle idee» – il futuro può riservare la riapertura del vecchio ministero per l’Attuazione del programma di governo, un must del vecchio centrodestra berlusconiano che ha visto alternarsi alla guida vecchi big come Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola, Stefano Caldoro e Gianfranco Rotondi (il ministero rimase in piedi anche durante il governo Prodi II, col Professore che mandò il suo fedelissimo Giulio Santagata a occupare la casella, considerata delicatissima).

Capitolo alleati: in attesa che si sbrogli la matassa Salvini, con l’agognato ritorno al Viminale che sembra in picchiata nelle quotazioni, possibile il ritorno al governo di Giancarlo Giorgetti e Giulia Bongiorno. Dentro Forza Italia, Berlusconi non ha mai digerito che la vecchia delegazione forzista nel governo Draghi (Brunetta, Gelmini, Carfagna) sia passata sulla sua testa. Ecco perché stavolta, a meno di colpi di scena clamorosi, sarà difficilissimo non trovare, tra coloro che giureranno al Quirinale insieme a Giorgia Meloni, il profilo dell’ex presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.