Inchiesta “Alibante”, processo si trasferisce a Catanzaro

Lamezia Terme – Inizia a prendere corpo il processo scaturito dall’operazione Alibante. Dopo un iniziale rinvio della prima udienza – che era stata programmata per lo scorso 8 luglio – oggi si è ritornato in aula nel tribunale di Lamezia Terme per la prima vera udienza del procedimento, che nasce dall’operazione della Dda di Catanzaro che a maggio del 2021 ha portato all’emissione di 19 misure cautelari con l’accusa a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta. Reati che si sarebbero consumati lungo i comuni del litorale tirrenico e in particolare nei comuni di Lamezia Terme, Nocera Terinese, Falerna e Conflenti, oltre che nelle città di Aosta, Arezzo e Cosenza e che avrebbero visto al centro l’azione della cosca Bagalà.

Nell’udienza di oggi sono state sollevate una serie di questioni preliminari da parte degli avvocati difensori, incluse le costituzioni di parte civile, sulle quali i giudici lametini si sono riservati di decidere nel corso della prossima udienza che si terrà il prossimo 5 settembre ma non più a Lamezia, bensì nell’aula bunker di Catanzaro a via Paglia. Nel corso dell’udienza di oggi, inoltre, è stata stralciata per motivi di salute la posizione dell’imputato Vittorio Palermo, che sarebbe impossibilitato a presenziare al dibattimento in quanto ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli. Le indagini, che avevano portato all’operazione nel maggio del 2021, erano state avviate a seguito delle denunce presentate da imprenditori lametini circa estorsioni poste in essere da appartenenti alla cosca “Bagalà”, operante sulla zona costiera compresa tra i comuni di Nocera Terinese e Falerna. Tra le conseguenze dell’indagine anche il commissariamento del Comune di Nocera Terinese. Tra le persone a processo – in tutto 28 – colui il quale è ritenuto il boss, Carmelo Bagalà, la figlia Maria Rita.