La domanda fatale
di GIANFRANCO DE FRANCO
Openpolis in un post del 17 maggio si è occupato dei bilanci comunali.
L’apertura del post è la seguente:
«Per un ente locale l’indebitamento non è di per sé un elemento negativo, in quanto può servire a finanziare infrastrutture necessarie per la comunità. Detto questo, va tenuto conto della sua dimensione per capire se potrà essere sostenibile. Un focus sulle maggiori città italiane.
Gli enti territoriali possono contrarre debiti solo per finanziare i propri investimenti. SI tratta della cosiddetta golden rule: le amministrazioni pubbliche non possono indebitarsi per pagare le spese correnti (come quelle per il personale o i servizi che eroga ai cittadini) ma solo per opere pubbliche e altri tipi di investimenti.
Questo principio è stato addirittura inserito in costituzione con la riforma del titolo V nel 2001.»
Nella classifica dei 32 comuni calabresi con una popolazione compresa dai 10.000 al 500.000 abitanti, la città più indebitata è Cirò Marina con il 286,86%. Lamezia si piazza al 4° posto col 243,97%, Cosenza al 5° col 240,80%. Rende è al 23° posto col 117,35%. I dati si riferiscono ai bilanci 2014.
Il calcolo del debito complessivo è eseguito con questa formula:
Misura l’incidenza dei debiti totali (in bilancio e fuori bilancio) del Comune in relazione alle entrate correnti riscosse nel corso dell’anno. Maggiore è la percentuale più è alto il peso del debito.
Criterio contabile: cassa calcolato nel bilancio consuntivo
Formula = [(Debito in bilancio consistenza finale + (debito fuori bilancio – sentenze esecutive)] : Totale entrate correnti (riscossioni) * 100
Insieme per Rende si era già occupata di questo in un post del 16 aprile 2017 (leggi)
La domanda ora è:
CHI CI “ACCUSA” DI AVERE FATTO DEBITI È UN COGLIONE?
(désolé pour les Français direbbe Carchidi) – scusate il francesismo –
tratto da INSIEME PER RENDE