Italia, le pagelle di Sconcerti. Insigne l’ultimo 10 e la squadra ha bisogno della “diversità” di Berardi

Sul Corriere della Sera, Mario Sconcerti ha stilato le pagelle dell’Italia dopo le prime tre gare degli Europei e nonostante un “rimprovero” il voto più alto lo ha dato a Mancini (9): “Mancini ha sfiorato la civetteria – scrive Sconcerti – mandando tutti in campo entro la fine del girone. Donnarumma sostituito da Sirigu sull’uno a zero, è una scommessa molto personale, quasi privata, quindi sconsigliabile alla responsabilità di un comandante. Avessimo preso un gol con Sirigu si sarebbe aperto un crocevia di polemiche che avrebbe compromesso tutto. Detto questo il voto all’Italia è altissimo (9). È stata la miglior squadra del torneo per il gioco espresso e la capacità di recuperare subito il pallone. Abbiamo spostato trenta metri avanti la linea del nostro calcio. Difendiamo in sette, ma nel campo degli altri. In area non arrivano azioni, solo palloni casuali che non acquistano mai senso”.

DIFESA

Bonucci (6.5) si agita molto, ma incide meno. L’idea è che guidi ancora la difesa, ma c’è aria di novità tra la progressione di Acerbi (6.5) e l’avanzare di Bastoni. È ancora improprio il contributo di Emerson Palmieri (voto 6). Non è il suo tempo buono.

“Il migliore è Di Lorenzo (7), ma credo andrà avanti Toloi (6,5), perché dall’altra parte, nella diagonale, Toloi diventa il terzo centrale naturale”.

CENTROCAMPO

«Locatelli (7) non è un’alternativa a Verratti. Semmai lo è di Barella (7). Ma Verratti gioca, deve giocare, è una delle 3-4 mezzali più forti d’Europa. Ha 28 anni e mette il pallone dove vuole, contro il Galles ha giocato una partita sontuosa. Guarda l’assist di sette-otto metri ad altezza precisa per Pessina. Ormai è raro vedere un gesto così. Spiace per Locatelli, ma non puoi tenere fuori Barella e tantomeno Verratti o Jorginho (8,5), chiaro».

ATTACCO

Ha giocato bene Chiesa contro il Galles, ma nell’Italia non è ancora un titolare. È l’uomo che cambia le partite, non che le imposta. È uomo da mettere nel secondo tempo quando devi segnare un gol decisivo. La squadra ha più bisogno della diversità di Berardi (7) che aiuta a tenerla insieme e ha uno spunto simile. Chiesa (voto 6.5) ha la profondità di una linea retta, Berardi assomiglia a un cerchio, tiene molte cose dentro di sé. Si deve sempre partire con Berardi. Chiesa verrà poi. In questa squadra colta sta bene perfino Bernardeschi (6) perché ha classe e sa nelle intenzioni copiare Insigne nei movimenti e negli spostamenti. Giocherà poco, ma è un’idea che nei cinque cambi ha un senso”.

Ma è per Lorenzo Insigne che Sconcerti spende parole al miele.

“Parole a parte merita Insigne (voto 8), la nostra vera differenza. È rimasto l’ultimo numero 10 latino, vecchia maniera. È un soggetto unico in Europa. Questo è il tempo di Foden, di Grealish, di Havertz, di Pedri, gente velocissima che dribbla col pensiero, attraverso spostamenti o triangoli, non saltando l’uomo. Insigne è l’ultimo sudamericano d’Europa. Spinazzola (voto 7) se lo tiene alle spalle quando avanza o lo spinge al centro. Così Insigne diventa l’artista da ultimo passaggio o da destro a giro in porta. Questo Europeo è il suo teatro. Avrà poi il Mondiale tra un anno. È come se il calcio avesse fatto un passo indietro per aspettarlo. Ora è il suo tempo. Più di Insigne solo Jorginho (voto 8.5) perché non è sostituibile e fa benissimo quello che serve. È l’allenatore in campo”.