Jonio, la farsa dei controlli Arpacal e la politica alla Cetto Laqualunque

Buonasera direttore,

volevo solo condividere con te alcuni miei sospetti che poi, in effetti, sono delle paure. Tempo fa ti scrissi che lo Jonio era inquinato, e molto! Da Sibari a Cariati, io che  Pietrapaola la conosco molto bene, te lo posso assicurare.

Che ci fossero allacci abusivi lo sapevamo tutti. Che i depuratori fossero già vent’anni fa insufficienti lo sapevamo pure tutti. Così come sapevamo tutti, quando gli scolmatoi dei depuratori (troppo pieno) deviavano l’ingresso delle acque fognarie nei torrenti (Acquaniti per  esempio) che i liquami confluivano nelle acque marine,

Ora è successo quello che nessuno di noi (questa volta) si sarebbe aspettato.

E’ inutile che ti esponga i fatti, sai molto meglio di me quello che è accaduto a Scala Coeli. Il problema ora qual è? I sindaci della costa, alcuni in buona fede, per carità, ma molti altri in maniera surrettizia, hanno emanato delle Ordinanze di divieti di balneazione. Un modo per coprirsi il culo perchè, immediatamente dopo hanno fatto effettuare all’ARPACAL un prelievino superficiale dal quale, combinazione, è emerso che le acque sono pulite e balneabili.

Si parla di escherichiacoli, si parla di altre cazzate che non sarebbero presenti nelle acque, ma non si fa riferimento a quello che nel percolato è presente, e mi riferisco a: ferro, manganese, cadmio, cromo, manganese eccetera.

Capisco che il bubbone è scoppiato proprio ora in prossimità della stagione turistica e non ci voleva, ma la salute delle persone, soprattutto quella dei bambini, va salvaguardata e non può essere sacrificata per il denaro.

Io sono affranto per il fatto che tante persone che vivono solo di questo povero, poverissimo nostro turismo, possano perdere anche questa piccola fonte di guadagno, ma bisogna fare chiarezza e non politica alla Cetto Laqualunque.

Cordialità