Le televisioni di regime si sfidano per l’audience e per lo share anche di… domenica. Anzi, soprattutto di domenica, da quando cioè Fabio Fazio, campione di ascolti, ha lasciato la Rai per continuare le sue “markette” sul Nove. Fazio ha annunciato urbi et orbi la presenza di Beppe Grillo, ex “rivoluzionario” finito a fare accordi e alleanze con Salvini, il Pd e persino con Draghi ma evidentemente ancora carismatico, considerata la deriva della politica italiana. La Rai risponde con “Report” declassato a tappabuchi di… Fazio e ci ripropone il “tormentone” dei traffici di Ignazio La Russa con zio Silvio Berlusconi.
Verrebbe da dire: né con lo stato e né con i privati prezzolati dallo stato, ma tant’è. Cerchiamo di capire allora cosa ci propina la propaganda del regime “ufficiale” e la propaganda del regime “mascherato”.
Cominciamo con il regime “mascherato”.
Beppe Grillo sarà ospite di Fabio Fazio stasera a Che Tempo Che Fa su Il Nove. Ad annunciarlo, è stato lo stesso conduttore via social. Per il fondatore del M5s si tratta del ritorno in tv dal 2014, quando fu intervistata da Bruno Vespa. Un’intervista a sorpresa, quella di Beppe Grillo, che da mesi ha scelto invece di ricoprire un ruolo defilato, salvo poi fare delle comparsate improvvisate: come a giugno, quando si era presentato sul palco a Roma alla fine del corteo pentastellato contro la precarietà.
A settembre, invece, Grillo aveva incontrato il leader pentastellato Giuseppe Conte in un albergo del centro di Roma. La sua intervista con Fazio arriva sette mesi prima del voto alle elezioni europee, nel quale il M5s cercherà il sorpasso sul Pd, per affermarsi come prima forza delle opposizioni. Alle europee il proporzionale fa sì che ognuno vada per sè, senza alleanze e al momento i pentastellati vengono dati dai sondaggi indietro sui dem. Non a caso, in questi mesi sono molte le prese di distanza da parte di Conte rispetto al “campo largo” e alla segretaria dem Elly Schlein.
Per questo dalle parole di Grillo si potrà forse capire quale sarà la direzione dei pentastellati nei prossimi mesi: se, come probabile, il M5s punterà su un ritorno alle origini e su temi “anti-casta“, anche per differenziarsi dai dem oppure se opterà per una strategia diversa. Ma l’intervista arriva anche mentre è in corso il processo a Tempio Pausania nei confronti del figlio del fondatore dei pentastellati, Ciro Grillo, accusato di abusi (insieme a Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia) nei confronti di una ragazza italo-norvegese, con i fatti che sarebbero avvenuti nel luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo. Beppe Grillo era intervenuto sul tema postando un video nel 2021 in difesa del figlio, che aveva scatenato molte polemiche. Da lì ha evitato altre dichiarazioni.
E passiamo invece al regime “ufficiale”, quello della Rai.
Silvio Berlusconi quando il Popolo della libertà andò in frantumi sostenne con un finanziamento da 750 mila euro dato da Forza Italia la nascita di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Mediatore di questa operazione, voluta anche per impallinare sul nascere la creatura di Gianfranco Fini, Futuro e libertà, sarebbe stato Ignazio La Russa che iniziò anche ad attaccare suoi ex “compagni” di An che avevano seguito Fini.
E sempre in quegli anni il figlio di La Russa, Geronimo, entra prima nei cda di società legate al Milan e poi nelle casseforti dei figli minori di Berlusconi nati da Veronica Lario. Un intreccio che, secondo Report che oggi alle 21 su Rai Tre torna a raccontare la storia politica e le avventure imprenditoriali del presidente del Senato, spiega il ruolo di peso di La Russa nei rapporti politici tra Berlusconi e Meloni.
“Il rapporto tra Berlusconi e La Russa resta stretto anche dopo lo scioglimento del Popolo della libertà e la rifondazione di Forza Italia. Quando Ignazio La Russa, insieme a Guido Crosetto e Giorgia Meloni dà vita a Fratelli d’Italia, l’ex Cavaliere gioca un ruolo dietro le quinte fondamentale”, sostiene Report, che intervista l’ex deputato finiano Fabio Granata: “Nella parte iniziale Berlusconi diede una spinta anche economica per la nascita di questo partito – dice Granata – in una strategia di fondo pensava che avesse una sua identità legata alla destra italiana togliesse ulteriore spazio a Fini e al nostro gruppo. Credo comunque che i rapporti tra La Russa e Berlusconi andassero oltre alla politica”.
Nel bilancio di Forza Italia del 2013 il comitato nazionale presieduto da Denis Verdini approva un finanziamento di 750 mila euro a Fratelli d’Italia, che era stato costituito nel dicembre del 2012 e si apprestava ad affrontare la sua prima campagna elettorale con le casse vuote. Dice Report nella puntata curata da Giorgio Mottola: “Un anno dopo il finanziamento di Forza Italia a Fratelli D’Italia, il figlio di Ignazio La Russa Geronimo, tifosissimo dell’Inter come il padre, entra a far parte del consiglio di amministrazione di tre società collegate alla squadra di calcio del Milan, quando ancora era di proprietà di Berlusconi. Milan Real Estate, Milan Entertainment e Mi-Stadio, la società costituita per la costruzione del nuovo stadio di San Siro. Geronimo La Russa ne esce solo nel 2017, quando Berlusconi cede il Milan alla cordata cinese capeggiata da Mister Li. Ma il figlio del presidente del Senato riesce a rimanere nel cuore della famiglia e soprattutto dei suoi consigli di amministrazione”. Un intreccio che, secondo Report, legherebbe comunque Meloni a Berlusconi fin dalla nascita di FdI.
Domani sapremo chi vincerà la “battaglia” degli ascolti ma secondo molti addetti ai lavori non ci sarà storia: Fazio straccerà Report. Come accade ormai puntualmente da molte settimane.









