La guerra farsa sul gas fra Europa e Russia e lo spettatore divertito

(Roberta Labonia) – Non più tardi di poche ore fa Draghi, dopo aver avuto il colloquio telefonico con Putin, ha dichiarato alla stampa estera che le forniture di gas naturale dalla Russia continueranno ad essere regolate in euro e/o in dollari, perché così prevedono i contratti.

Poche ore più tardi Putin ha dato notizia di aver firmato un decreto che modifica i termini contrattuali di pagamento con gli importatori di gas “ostili”, nella cui lista figura anche in Italia, confermando che le forniture dovranno, d’ora in avanti, essere regolare in rubli.

Chi mente dei due? Tutti e due e nessuno: entrambi hanno affermato delle mezze verità così, tanto per continuare sulla scia della propaganda politica che si da in pasto al popolo bue.

Per decodificare il loro linguaggio mi sono documentata e ne ho tratto le seguenti info:

Il decreto di Putin prevede che l’importatore, (tipo le Snam e le ENI Italiane), a partire da una data ancora da comunicare da parte russa, dovrà aprire un conto in valuta estera presso la Gazprombank, ovvero la banca della multinazionale controllata dal Governo russo risparmiata dalle sanzioni occidentali. E non a caso: la Gazprombank è quella attraverso la quale gli europei pagano a Putin le forniture di gas ergo, per lei le sanzioni non valgono. Attaverso questo conto gli importatori potranno continuare a regolare come in passato le fatture russe in euro o dollari.

La banca governativa russa poi, convertira’ questa valuta estera in rubli e li accreditera’ su un altro conto, denominato in rubli, intestato sempre all’importatore, con cui questo potrà regolare la fornitura.

In soldoni: continueremo a pagare in euro e/o dollari ma solo quando la banca russa li avrà convertiti in rubli.

Un marchingegno finanziario escogitato da Putin per sostenere il cambio del suo rublo. Insomma un piano win win (io vinco tu vinci), che salva le terga ad entrambe le parti in commedia.

L’ipocrita narrativa con cui Russia ed Europa, per interposta stampa di regime, si stanno dando battaglia sui media, si infrange sul fronte dei reciproci interessi: la Russia ha un bisogno vitale della valuta pregiata europea per finanziare la sua aggressione all’Ucraina e la sua economia (a fronte del suo gas l’Europa finanzia Putin per 800/1000 milioni AL GIORNO!), l’Europa, dal canto suo, non può fare a meno del gas russo. E così sarà ancora per almeno altri 3/5 anni; non fatevi infinocchiare da chi ci vuol far credere che gli accordi commerciali in itinere (vedi Algeria e Quatar), possano avere dimensioni tali da poter rimpiazzare il gas russo nel breve termine.

E nel bel mezzo di questa ‘mmuina, tutta giocata nel vecchio continente, c’ è uno spettatore che se la ride: l’americano Biden che pregusta nuove quote di mercato in Europa mentre il popolo ucraino, vittima sacrificale in nome di in nuovo ordine mondiale, conta i suoi morti.