LA MIA TESTIMONIANZA SU PCI E BR
di Pino Tassi
Ci sono alcune tesi che non possono essere ascoltate. Giorgia Meloni due giorni fa ha affermato rispetto all’assassinio di Charlie Kirk che la sinistra deve spiegare questo continuo giustificazionismo della violenza. Il ministro dei rapporti con il parlamento Luca Ciriani ha affermato che c’è lo stesso clima giustificazionista e di sottovalutazione dei tempi delle Brigate Rosse. Sono compagni che sbagliano.
Giorgia Meloni era appena nata all’epoca delle BR ma certamente avrà avuto cattivi maestri se oggi afferma queste fesserie. Giorgia Meloni si faccia dire da chi all’epoca c’era che il PCI fu l’argine a sinistra contro le BR e che non ci fu nessun atteggiamento di giustificazionismo e di sottovalutazione. All’epoca avevo ventotto anni ed ero il segretario provinciale a Catanzaro della FGCI che non è la Federazione Gioco Calcio, ma era la Federazione Giovanile Comunista. Gli anni del grande balzo del PCI alle elezioni del 1976 erano ormai lontani, molti giovani si allontavano dalla FGCI perchè non condividevano la linea del compromesso storico e poi della fermezza. I nemici principali dell’autonomia organizzata che era forte anche a Catanzaro eravamo anche noi in piccolo. Nonostante la nostra debolezza non ci furono mai atteggiamenti di giustificazione o di ammiccamento. In quel contesto di violenza non si diede spazio nemmeno, forse sbagliando, ad analisi politiche, sociali e politiche che potessero sembrare giustificazioniste. La parola d’ordine era fermezza.
Nella campagna elettorale del 1979 dopo l’uccisione di Moro per tentare di riprendere un dialogo con il mondo giovanile organizzammo un dibattito con Massimo D’Alema, allora segretario nazionale FGCI, al Teatro Comunale con a seguire un concerto con il gruppo Musicanova. Il teatro era strapieno di giovani venuti soprattutto per ascoltare Eugenio Bennato e Teresa De Sio, ricordo ancora le contestazioni, le interruzioni e gli insulti continui alle parole di Massimo D’Alema. Non so se ci fossero dei provocatori ma di certo fu un ulteriore segnale dell’incomunicabilità e della rottura con una parte del mondo giovanile di allora. Altro che cedimenti e giustificazionismo.
La nostra comunità fu il nemico principale delle BR perchè rappresentava il mondo del lavoro e della sinistra, così come la DC di Aldo Moro che rappresentava la parte piu’ aperta del mondo cattolico. Dove sia oggi questo clima di odio e intotteleranza solo lei lo vede dimostrando di esdsere anche una pessima allieva del suo maestro Giuorgio Almirante. La Meloni prende a pretesto le parole del matematico Oddifreddi che assomigliano un po’ alle parole che all’epoca uso’ il Fonte della Gioventu’ : “Moro: chi semina vento raccoglie tempesta”. Eppure queste parole non le hanno impedito un quindici anni dopo a diventare dirigente del Fronte della Gioventu’. Meloni, non si scherza con la storia.









