La nazione sono io

(di Giacomo Salvini – ilfattoquotidiano.it) – L’immagine è la stessa. Lo sfondo pure. Ormai studiato alla perfezione dalla macchina comunicativa di Palazzo Chigi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si berlusconizza. Collegata con l’evento La Ripartenza di Nicola Porro a Milano, la premier attacca il procuratore di Roma Francesco Lo Voi e i giudici che “fanno un danno alla Nazione”. Si riferisce all’avviso di garanzia ricevuto martedì – insieme ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e al sottosegretario Alfredo Mantovano – per la gestione del caso del torturatore libico Almasri.

L’attacco ai magistrati è durissimo. E nello specifico al procuratore Lo Voi che era obbligato a trasmettere l’atto al Tribunale dei ministri informando gli indagati per permettere loro di presentare memorie. Per Meloni, però, non è così: “L’atto era voluto, tutti sanno che le procure hanno la loro discrezionalità, come dimostrato dalle denunce fatte contro le istituzioni” e al fatto che in tante occasioni “si è deciso di non procedere”, spiega la premier.
Ma al netto del merito della questione, quello che le interessa è dimostrare che l’“avviso di garanzia” (in realtà una notifica di iscrizione) nei suoi confronti rappresenta un danno “di credibilità” ma anche economico per l’Italia. Come dire: i giudici prima di perseguire reati dovrebbero capire le conseguenze che ha questa azione. “Io ieri mi ritrovo sulla prima pagina del Financial times con la notizia che sono stata indagata e se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo all’estero non è la stessa cosa” dice. Poi aggiunge che “nel mese di gennaio ho fatto 73 ore di volo” e questo significa che “il mondo è tornato a guardare all’Italia e alle nostre eccellenze. C’è qualcosa che è cambiato rispetto al passato, una credibilità che cerco faticosamente di costruire”.

La tesi di Meloni, però, è che questa credibilità venga messa in pericolo dalle azioni dei magistrati. “Ci sono degli italiani che dovrebbero remare con te e invece smontano tutto il lavoro che fai, facendo un danno alla nazione – aggiunge la presidente del Consiglio – e questo mi manda ai matti”. Pur dicendo di non essere né “preoccupata, né demoralizzata”, Meloni poi parte al più classico attacco ai giudici alcuni dei quali “fortunatamente pochi”, che “vogliono decidere la politica industriale, la politica ambientale, le politiche dell’immigrazione, se e come si possa riformare la giustizia, cosa possiamo spendere e per cosa no. In pratica vogliono governare loro. Il problema è che se io sbaglio gli italiani mi mandano a casa se loro sbagliano nessuno può fare o dire niente”.
La soluzione quindi qual è, per Meloni? “Se alcuni giudici vogliono governare, si candidino alle elezioni e governino”. Nel frattempo, però, non manca il riferimento identitario: “Agli italiani dico ancora una volta: finché ci siete voi ci sarò anche io. Non intendo mollare di un centimetro”.

L’attacco ai giudici era partito ieri mattina dai giornali di destra e dal Tg1 di mercoledì sera con la notizia sui voli di Stato utilizzati dal procuratore di Roma Lo Voi che avrebbe aperto un conflitto con Palazzo Chigi, negati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano. Proprio su questo ieri Fratelli d’Italia ha chiesto, con diversi comunicati, di “fare chiarezza” sull’utilizzo dei voli di Stato di Lo Voi.
Meloni però non è l’unica ad attaccare il procuratore di Roma. Anche Tajani non è convinto che sia un atto dovuto: “Quella del procuratore Lo Voi è stata una scelta personale. Non tutta la magistratura vuole buttare giù il governo, ma alcuni magistrati si”, dice al Fatto. Aggiungendo poi che “il procuratore di Roma si è mosso contro l’interesse dell’Italia”.