È un’onda che parte dalla Procura di Torino, si gonfia con le rivelazioni (spifferate da chi?) di Fabrizio Corona via social, e in poche ore travolge il ritiro azzurro di Coverciano. Un maremoto che rischia di non essere finito qui, con l’iscrizione nel registro degli indagati di Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.
Gli investigatori hanno il sospetto che qualcuno possa aver svelato atti coperti dal segreto. Una talpa nell’inchiesta. Corona non è indagato, come chiarito dalla sua legale. E dopo un’ora abbondante negli uffici della questura di Milano, l’ex re dei paparazzi ha rilanciato: «Non posso dire niente su quello che ho detto alla polizia. L’inchiesta? Sarà grossa, racconterò tutto». Negli stessi istanti in autostrada, la A1, correvano altri poliziotti partiti dal Piemonte. Direzione Coverciano per notificare gli atti giudiziari ai due calciatori della Premier League – Zaniolo è all’Aston Villa, Tonali al Newcasle – e sequestrare le memorie dei loro cellulari e tablet. Un’ora e mezza davanti agli agenti (non c’è stato interrogatorio) e la decisione presa dalla Federcalcio di lasciare il ritiro della Nazionale: «Non sono nella condizione di affrontare gli impegni dei prossimi giorni».
Il primo passo sarà l’analisi della copia forense degli smartphone e degli (eventuali) accessi alla piattaforma. «I nomi di Zaniolo e Tonali sono stati iscritti come atto di garanzia», dicono gli inquirenti. L’onda però è arrivata al cuore del calcio azzurro, con i poliziotti a Coverciano e i due atleti davanti agli agenti ancora con la divisa da allenamento della Nazionale.
Quando escono, i due hanno il volto scuro. Sono attesi a cena, ma non hanno tutta questa voglia di mangiare. Di sicuro i due incrociano Spalletti e scambiano due parole con lui. La decisione è presa. C’è il comunicato: “A prescindere dalla natura degli atti, ritenendo che in tale situazione i due calciatori non siano nella necessaria condizione per affrontare gli impegni”, la Figc ne decide il rientro nei rispettivi club stamattina. La decisione, inevitabile, è stata presa dal presidente Gravina e dal c.t. Spalletti che si ritrova con due uomini in meno e riflette sulle nuove convocazioni, con Malta e Inghilterra all’orizzonte. Potrebbe arrivare Ricci del Toro. D’accordo è il ministro dello Sport Andrea Abodi: “C’è una partita ancora più importante della qualificazione all’Europeo, ed è quella della correttezza dei comportamenti, tenendo conto di un problema che non è un problema calcistico, è una patologia sociale: perché la ludopatia questo è. La scelta di mandare a casa i due ragazzi è stata opportuna, anche per loro tutela”. Il ministro conferma la versione che circola a Coverciano: “Su Fagioli era già emerso qualcosa, sugli altri abbiamo appreso in giornata”. L’Italia non ne sapeva niente.