“La Regione Calabria toglie alle farmacie i servizi per i cittadini esenti: ennesima negazione al diritto alla salute pubblica”

Sono un farmacista di un paesino di mille abitanti nella provincia cosentina e ieri mattina abbiamo ricevuto una pec da parte di Federfarma Cosenza, nella quale veniva trasmessa una nota del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria, in merito alla cessazione delle prestazioni della farmacia dei servizi in regime convenzionato agli esenti a partire dal 1° luglio 2025, PER ESAURIMENTO FONDI.
Da premettere che la comunicazione è stata ricevuta ieri mercoledì 2 luglio, mentre nella nota si parla di cessazione ai servizi già dal giorno prima, martedì primo luglio…

Vi spiego brevemente, per chi non ne fosse a conoscenza, che la farmacia dei servizi consiste nello svolgere prestazioni (per esempio holter cardiaco, holter pressori, elettrocardiogramma, spirometria) in convenzione con la Regione, presentando la ricetta del medico di base avendone diritto i cittadini esenti.

Questo per un piccolo paese come il nostro, dove l’unico presidio sanitario rimasto è la farmacia, è l’ennesima negazione al diritto alla salute pubblica. Forse per chi non vive realtà come le nostre, non è consapevole dell’importanza ad avere servizi come questi vicino casa.
Qui dove c’è una percentuale di anziani elevata, dove le difficoltà a raggiungere gli ospedali vicini sono sempre maggiori, effettuare un semplice elettrocardiogramma può salvare una vita e le farmacie in passato ne sono state un esempio.

La comunicazione che abbiamo ricevuto da parte della Regione Calabria è in linea con le politiche nazionali, come si evince dal nuovo piano strategico nazionale delle aeree interne 2021-2027 il quale contiene una frase che è dannosa per il futuro di piccole realtà come la nostra: “queste aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma nemmeno essere abbandonate a se stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento”. Una dichiarazione del genere sancisce un destino già scritto.

È il momento di cambiare il nostro destino, dire no a questo declino programmato e invertire la tendenza. Vogliamo una regione che valorizzi tutte le sue comunità, soprattutto le più piccole e disagiate, le quali custodiscono tradizioni, coesione comune e potenzialità ancora inespresse. Chiediamo risposte dagli organi competenti.

Lettera firmata