La saga de (i)Greco: il penoso “gemellaggio” con il servo del potere e i media venduti

La sindaca di Cariati e tutti i suoi fratelli con il re dei lecchini Bruno Vespa

Fra i tanti “trofei” che espongono i terribili iGreco, potentissima famiglia paramafiosa con le mani in pasta soprattutto nella sanità privata (controlla 5 cliniche!!!) e nell’agroalimentare (ma non solo: ora vorrebbero buttarsi anche nel… pallone rilevando il Cosenza Calcio), c’è anche quello della vicinanza a noti manigoldi del settore dell’informazione. E non è un mistero che finanzino generosamente molti carrozzoni del vendutissimo panorama mediatico di regime calabrese. Non ce n’è uno che racconti la verità sull’ascesa criminale di questa famiglia legata mani e piedi alla criminalità.

Il “principe” di questi buffoni, come tutta Italia sa, è Bruno Vespa, servo del potere fin dalla notte dei tempi e testimonianza vivente della trattativa e del patto mafia-stato. Basterebbe soltanto ricordare le sue interviste al figlio di Totò Riina e agli esponenti della famiglia Casamonica per farsi un’idea del soggetto. Figuratevi, allora, se poteva farsi impressionare dalla caratura “criminale” della famiglia iGreco.

E così, a settembre 2018, con la sindaca di Cariati Filomena Greco appena uscita dall’obbligo di dimora per corruzione, Bruno Vespa in carne, ossa e… nei ha siglato un tragicomico gemellaggio con la famiglia iGreco in quel di Diamante, al Festival del Peperoncino, storicamente crocevia di accordi e patti inconfessabili. Sì, perché Bruno Vespa, oltre a leccare i culi dei potenti, pare che sia anche un esperto vignaiolo e pare sia andato in estasi quando ha assaggiato lo scadentissimo vino dei terravecchiesi accriccati con i poteri forti del nostro Paese e particolarmente graditi al cerchio magico di Matteo Renzi.

Nel dibattito diamantese sul tema “I vini del Sud fra tradizione e innovazione” Bruno Vespa ha raccontato della sua esperienza di vignaiolo e – ruffiano com’è fino al midollo – ha sostenuto che i vitigni calabresi meritano maggiore attenzione. Poi ha blaterato di essere rimasto estasiato alle eccellenze enogastronomiche ed ha esortato i calabresi a convincersi di più che non hanno nulla da invidiare a nessuno bensì, dimostrando apprezzamento per il gustoso piccante e per i vini calabresi, ha evidenziato gli scenari caratterizzati dalle opportunità di espansione per le aziende che sanno coglierle. E a questo punto il “famiglione” de iGreco è sceso in campo in forze, guidato dal boss Saverio, dalla first lady Filomena e da… tutto il cucuzzaro. Lo stappo dei vini de iGreco e di quelli prodotti da Bruno Vespa, ha suggellato un singolare gemellaggio con la Calabria dei poteri forti ed un altro “abbraccio” del pessimo giornalista con altri soggetti impresentabili perseguiti dalla magistratura sana. La fotografia che pubblichiamo è un’altra squallida testimonianza di come vanno le cose in questo maledetto Paese…