La Santelli rivela ad Occhiuto che il figlio del senatore Morra è attenzionato dalla Dda

Se Occhiuto gode di coperture anche alla Dda di Catanzaro, questo è solo grazie alle “antiche amicizie” di Jole Santelli che di favori a magistrati, ai tempi del suo sottosegretariato alla Giustizia, ne ha fatti tanti. Numerosi magistrati calabresi, tra cui diversi cosentini, devono dire grazie, per la loro folgorante “scalata professionale”, proprio a lei. A cominciare da Vincenzo Luberto, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro. Che non ha mai nascosto le sue frequentazioni politiche. Luberto ama frequentare tutti i politici: destra, sinistra, passando, ovviamente, per gli amici del centro. Del resto si sa, un magistrato amico fa comodo a tutti. Avanzamenti di carriera, incarichi, trasferimenti, entrare in politica, è questo quello che chiedono i magistrati alla politica, né più e né meno di quello che chiedono tutte le altre categorie privilegiate ai politici  “disponibili”: privilegi e potere.

E fin qui qualche pastetta ci può stare, del resto la Santelli di raccomandazioni ne ha fatte tante, e non solo a magistrati. Quello che preoccupa quando si instaurano questi tipi di legami tra politica e magistratura, sulla base del do ut des, è la contropartita che si chiede al magistrato. Un contraccambio di “favori” che spesso, per il magistrato, si risolve con rivelazioni di atti di ufficio, o peggio con il venire incontro a richieste di coperture giudiziarie e di insabbiamenti di inchieste. Più è grande il favore del politico, maggiore sarà l’asservimento del magistrato al politico. Altro che separazione dei poteri.

Quello del giudice è un mestiere nobile e delicato, e se si può tollerare, purtroppo, la corruzione negli uffici pubblici, quella dei magistrati proprio no. Perché senza Giustizia non ci può essere pace sociale e democrazia. La Giustizia è il primo baluardo a difesa della nostra Democrazia. E chi amministra Giustizia deve essere sempre al di sopra di ogni sospetto. Cosa che in Italia, e soprattutto in Calabria, non avviene. E questo perché i magistrati che hanno giurato sulla Costituzione e che condannano o assolvono “nel nome del popolo italiano”, sono diventai una casta, una potente lobby che della Giustizia si occupa poco, presa com’è dalla bramosia di potere e denaro. Una triste realtà che fa sì che nessun magistrato, anche quello onesto, denunci un suo collega corrotto. Salvo rare eccezioni. I magistrati, anche quelli spudoratamente corrotti, sono intoccabili.

Ritornando alla Santelli e alle sue vecchie e nuove amicizie in magistratura, scopriamo – mentre cerchiamo di capire a chi si riferiva Occhiuto quando accusa il congiunto di Morra di essere socio con mafiosi – che ancora una volta il tramite tra i magistrati e il sindaco è lei. Infatti è lei che informa il sindaco sulle “frequentazioni mafiose del figlio del senatore Morra” nelle sue attività imprenditoriali. Una informazione che vale oro per Occhiuto stretto alle corde dal Movimento 5Stelle.

Ma che ne sa la Santelli delle frequentazioni del figlio di Morra? A dirle di questo è qualcuno della Dda di Catanzaro, che va oltre e informa Jole che esiste addirittura una inchiesta in corso, dove Emilio Morra sarebbe attenzionato, in merito alla gestione del lido “Ginger Beach” di Bonifati (Alto Tirreno cosentino). C’è da dire che la gestione del Ginger Beach è avvenuta in società con l’imprenditore/commercialista, Andrea Mazzei, noto amico di vecchia data di Marco Ambrogio e dell’assessore Succurro.

L’inchiesta nasce alla procura di Paola, che da tempo indaga su diversi imprenditori della movida estiva, in merito a commistioni o complicità con gli uomini del clan Muto. Riciclaggio, guardiania e altro. Nel momento in cui la procura di Paola si è trovata di fronte, nell’indagine, a soggetti mafiosi, ha dovuto trasmettere, come prevede la Legge, gli atti investigativi alla Dda di Catanzaro. Una volta giunta la notizia a Catanzaro non è stato difficile per Jole arrivare all’ informazione: il figlio di Morra è attenzionato dalla Dda di Catanzaro. Chi avrà passato l’informazione a Jole? Gratteri, Luberto, o qualcun altro? Per noi è chiaro.

Da qui la sicurezza di Occhiuto nel lanciare una così pesante e grave accusa al figlio di Morra, quando dice: “il paradosso è che, da quello che mi dicono (ma io non voglio crederci), un suo stretto congiunto (di Morra, ndr) esercita addirittura le sue attività imprenditoriali spesso in società con soggetti in odor di mafia”.

A parte a purtata che lui non vuole crederci, l’affermazione è chiara. Avrebbe potuto scrivere: mi dicono che uno stretto congiunto di Morra frequenterebbe gente in odor di mafia. Ma Occhiuto ci tiene a specificare “che il figlio di Morra svolge le sue “attività imprenditoriali in società con soggetti in odor di mafia”. Ci tiene a dire: società, attività imprenditoriali (la gestione dei locali è l’unica attività imprenditoriale di Emilio Morra), e odor di mafia. Poche parole per far capire a Morra che lui sa e che ancora non è al tappeto. Se Morra ha gli amici in procura a Cosenza, Occhiuto cala l’asso dei suoi amici alla Dda di Catanzaro.

L’arrivo della notizia del coinvolgimento di Emilio Morra in un’inchiesta, è stata vista da qualcuno della Dda come manna caduta dal cielo. Qualcuno che non ama il senatore Morra e che vedeva, e vede, la “candidatura a presidente della Commissione parlamentare antimafia” del senatore Morra come fumo negli occhi. Con un parente “attenzionato” dalla Dda, la candidatura salta. Uno sgambetto niente male a Morra che dimostra che non bisogna mai sottovalutare Occhiuto e le sue coperture, che persistono anche in procura a Cosenza. Gli interessi economici che ruotano attorno alla carica pubblica di Occhiuto sono tanti e appartengono agli amici degli amici che restano saldi in Calabria, nonostante i 5 Stelle, ai loro posti di comando. Non si cambia un sistema di corruzione rodato e praticato da decenni con le chiacchiere e qualche slogan.

Oggi più che mai serve un intervento ispettivo, a Cosenza e Catanzaro, per sistemare le cose e ristabilire quel minimo di legalità che nei tribunali dovrebbe essere la stella polare, e invece siamo ancora qui a raccontarvi di spifferi, cantate, coperture, insabbiamenti, guerre intestine e corruzione a dire basta.

Solo un’ispezione ministeriale può chiarire le cose e dire da che parte sta la verità. La sola parola “ispezione” fa tremare le gambe ad Occhiuto, Santelli, Spagnuolo e Luberto, che se non avessero i carboni bagnati dovrebbero essere i primi ad auspicare la venuta degli ispettori. Ma per osteggiarla in questo modo si vede che hanno qualcosa da nascondere. Perché come si dice: acqua chiara un tema truani!

P.S. Con 7 pentiti che accusano Occhiuto di voto di scambio e collusione con i clan, funzionari e dirigenti del Comune di Cosenza che hanno raccontato il sistema Occhiuto, dopo centinaia di perquisizioni della Guardia di Finanza a palazzo dei Bruzi, dopo gli avvisi di garanzia al suo cerchio magico, dopo gli appalti spezzatino e le centinaia e centinaia di determine farlocche… vuoi vedere che ara fine Gratteri arresta u figliu i Morra?