Laghi silani ridotti al minimo: “Si rischia una grande emergenza”

L’allarme sulla crisi idrica, con l’approssimarsi dell’estate, spaventa gli addetti ai lavori in Calabria. A lanciare l’allarme è il presidente del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese, Roberto Torchia. «Non pare che le politiche di gestione dell’acqua – scrive in una lettera aperta Torchia – abbiano in questo momento l’obiettivo precipuo della conservazione dell’acqua nei due bacini silani ed i volumi di acqua continuano a prendere la via del mare». Già nel 2021 Torchia aveva puntato il dito contro la Regione che a suo dire continuava a gestire l’acqua secondo principi “commerciali” e in forza di una convenzione risalente a più di 50 anni prima.

Oggi sembrerebbe non sia cambiato molto e la questione si ripropone in tutta la sua drammaticità: «Temo che il 2023 si stia già confermando peggiore – scrive Torchia nella nuova lettera aperta -, perché, salvo un consistente rinforzo delle piogge primaverili, è molto probabile che gli effetti della scarsità d’acqua saranno ancora più intensi. Come abbiamo potuto sperimentare, gli ultimi mesi del 2022 sono stati caratterizzati da una crisi idrica per il nostro territorio senza precedenti. Non solo i reiterati problemi sul bacino del Tacina (Isola e Cutro per intenderci) hanno compromesso la piantumazione degli ortaggi autunno-invernali, ma è arrivata anche la carenza idrica sul bacino del Neto. Come non ricordare, con profondo sgomento, la comunicazione della Regione ai comuni di Crotone e Rocca di Neto che la disponibilità della risorsa di acqua potabile fosse solo di 21 giorni».

Secondo Torchia, “la convinzione che una crisi può, se affrontata con metodo, essere anche una opportunità, ci ha indotto come Consorzio di Bonifica di Crotone a percorrere l’obiettivo di far assumere alla classe dirigente del nostro territorio la piena consapevolezza di tutto quello che riguarda la gestione dell’acqua. Abbiamo dunque stilato un documento che, pur non avendo la pretesa di essere esaustivo, pensavamo e pensiamo fosse da condividere e rielaborare con tutti gli enti interessati: amministrazione provinciale e comunali, associazioni di categoria e sindacati con a capo la Regione. Il documento, sottoscritto quasi da tutti, è stato consegnato alla Regione. Esso contiene tre proposte: far conservare il più possibile l’acqua nei due bacini silani. In stagioni di siccità così acuta dovrebbe essere una cosa normale e di buon senso. Per essere più chiari, i rilasci di acqua ai fini idroelettrici dovrebbero essere collegati ai fabbisogni del territorio (potabile, agricolo, industriale); monitorare collegialmente (Regione, A2A e rappresentanze istituzionali del territorio) con cadenza trimestrale i livelli dei bacini al fine di potere programmare consapevolmente le attivitò economiche; fare un catasto delle sorgenti idriche.

Siamo ora giunti – conclude Torchia – a marzo 2023. Varie riunioni si sono tenute presso la Cittadella regionale. Alla data del 1° marzo, i due bacini silani avevano 35 milioni di metri cubi a fronte di una capienza di 160 milioni di metri cubi”. Fonte: Gazzetta del Sud