Lamezia 2025. Continuano le “comiche” del Pd di Nicola Irto

CONTINUANO LE COMICHE DEL PD DI NICOLA IRTO A LAMEZIA TERME

Dopo due mesi di silenzio quasi assoluto ritorna alla ribalta della cronaca il tormentone del Pd calabrese per la scelta del candidato a sindaco a Lamezia terme.
Eravamo rimasti alla nomina di Domenico GiampĂ  a commissario dopo il tentativo del segretario di circolo Gennarino Masi di indicare Doris Lo Moro come candidata del Pd.

Mai tentativo fu piĂą maldestro e inopportuno e nello spazio di ventiquattro ore non solo è stata archiviata, almeno per il momento, la candidatura Lo Moro, quanto anche Gennarino Masi ha perso la seggiola di segretario ed è arrivato Domenico GiampĂ  a fare il commissario Pd a Lamezia. Lui, Domenico GiampĂ , non è mica un verginello appena arrivato, giĂ  aveva le mani in pasto nell’affaire Lamezia Terme, sia come segretario provinciale del Pd e sia come uno dei quattro commissari che erano stati designati qualche mese fa dal segretario regionale Nicola Irto a seguire la vicenda.

Quindi non c’è la scusante del noviziato o dell’impratichirsi a giustificare l’assenza totale di iniziative nel corso di questi due mesi dalla sua nomina. Due mesi di tabula rasa, tra un panettone e uno spumantino, tra la pista di ghiaccio a Lamezia Terme e il Capodanno di Reggio Calabria e quello mancato a Lamezia Terme (causa forfait di Sandy Marton…), si vede che il novello commissario del popolo è stato in ben altre faccende affaccendato.

L’altro giorno, però, è ritornato in pista il grande commissario Domenico GiampĂ . Certamente lui avrebbe continuato tranquillamente a seguire le indicazioni di Nicola Irto di temporeggiare, sedare, rinviare, se non fosse che quel rompicoglioni di Gianni Speranza se n’è uscito fuori con un nuovo post denunciando l’immobilismo del centro sinistra: “Si perde troppo tempo, mi dissocio”. Qui l’articolo: https://www.iacchite.blog/lamezia-2025-speranza-critico-col-centrosinistra-si-perde-troppo-tempo-mi-dissocio/ 

Pronta è immediata è partita la controreplica di Domenico GiampĂ  che pur non nominandolo mai ha usato parole di fuoco contro il big bang di Speranza: “Non abbiamo bisogno di ultimatum e penultimatum”. Tuona ancora il commissario GiampĂ : “Per farlo ed essere all’altezza della sfida amministrativa occorre, lo ribadisco con forza, rifuggire da inutili personalismi… “. E poi in un crescendo rossiniano: “Il tema non è dunque quello di individuare un candidato a sindaco perchĂ© lo impone “un tempo che scade o è scaduto, qui ed ora – al netto delle aspettative singole o di gruppo – l’impegno prioritario riguarda i fatti, le proposte, il programma, le alleanze e non la persona che dovrĂ  essere il front runner della futura corsa elettorale. Ridurre l’immane lavoro di cui c’è bisogno alla indicazione di un nome piuttosto che l’altro è esercizio fine a se stesso se, preventivamente, non si hanno chiari gli obiettivi, ed assumere posizioni da ultimatum, o meglio penultimatum, non aiuta certo la costruzione di una valida alternativa”.

Non contento di tutto ciò, il commissario GiampĂ  alla fine “minaccia” nuovi incontri… No, il dibattito no! Potremmo dire parafrasando Nanni Moretti. Quindi il segretario, commissario Domenico GiampĂ  in concerto con il segretario regionale, nonchĂ© parlamentare, Nicola Irto, rifugge da scorciatoie personalistiche richiamando la necessitĂ  di mettere al centro del confronto politico il orogramma, quello con la P maiuscola perchĂ© Lamezia deve ritornare protagonista. Cazzu cazzu iu iiu, direbbe il collega Cetto Laqualunque.

A questo punto resta solo da capire chi fu quel folle… chi fu quel partito… chi fu quel gruppo dirigente… che a settembre ordinò un sondaggio ad una societĂ  amica per chiedere al popolo lametino chi preferiva come candidato a sindaco: Doris Lo Moro, Gianni Speranza, Rosario Piccioni. Ma naturalmente il Pd nazionale, quello regionale di Nicola Irto e quello cittadino di Domenico GiampĂ . Per settimane e settimane si sono fatte filtrare indiscrezioni sull’andamento dello stesso, e i giornali a titolare sull’ampio vantaggio della Lo Moro, anzi no, sostanziale pareggio tra la Lo Moro e Speranza seguiti da Piccioni.

Forse qualcuno ha pensato che il sondaggio si potesse trasformare in un plebiscito per uno/una dei due protagonisti. Così purtroppo non è andata e ora si cambia linea e torna in auge il programma. Prima il programma e poi il candidato. Anzi, per superare il presunto dualismo Lo Moro vs Speranza si lancia la categoria del candidato giovane. Siamo alla categoria dello spirito. Non si valutano le qualitĂ  dei possibili candidati, ma solo l’etĂ  anagrafica. L’importante è che sia giovane.

Ma anche qui c’è qualcosa che non torna. Il candidato giovane ideale che etĂ  deve avere? Sotto ii trent’anni? Sotto i quarant’anni? E quaranta e un giorno va bene oppure si viene scartati ? Nell’Urss del partito unico, c’era anche il Komsomol che era l’organizzazione dei giovani comunisti. Siccome erano giovani e quindi per antonomasia potenziali rivoluzionari, il segretario veniva scelto direttamente dal segretario del Pcus che per non avere problemi mandava quasi sempre un sessantenne di propria fiducia a dirigere l’organizzazione giovanile.

Ecco, forse il giovane che Nicola Irto e Domenico GiampĂ  cercano è proprio di questo tipo, l’importante è che sia fidato. Certo, molti nel gruppo dirigente del Pd volevano e vogliono la Lo Moro, molti nella base e nella societĂ  civile sono per Speranza, tra i giovani si è uniti a rivendicare la candidatura, c’è chi propone Rosario Piccioni ma non è un nome di sintesi. Non si uccidono così anche i cavalli? Ci sovviene in mente per riassumere la storia il bel film di Sidney Pollack ambientato negli anni 30 in cui i protagonisti venivano sfiancati in gare di ballo interminabili per la conquista di un premio. E se poi alla fine spuntasse una Amalia Bruni, molto attiva in questo periodo, si fa per dire, per la felicitĂ  di Nicola Irto, che ne direste?