A Lamezia Terme è andata in scena una sfida elettorale degna di una sceneggiatura cinematografica: da un lato, Mario Murone, avvocato e neofita della politica; dall’altro, Doris Lo Moro, ex magistrata con una carriera politica consolidata. Era chiarissimo da tempo che comunque fosse andata… sarebbe stato un disastro!
Mario Murone: l’avvocato elastico
Mario Murone sembra essere diventato il “jolly” della politica lametina. Corteggiato da ogni schieramento, è stato tirato da una parte all’altra come un elastico, tanto che ormai potrebbe insegnare yoga per la sua flessibilità politica. Dopo mesi di indecisioni e trattative degne di una telenovela, con l’ufficializzazione della candidatura di Lo Moro, Murone ha finalmente deciso di scendere in campo.
Doris Lo Moro: la dinosaura della politica
Doris Lo Moro si presentava come la candidata gradita alla cittadinanza…. Tuttavia, leggendo i commenti dei lametini sotto gli articoli che la riguardano, sembra che l’entusiasmo popolare sia paragonabile a quello per una giornata di pioggia durante le ferie. E non manca chi la paragona a un “essere mitologicc”, tanto per essere chiari a quei dinosauri che hanno fatto la storia del cinema con il leggendario “Jurassic Park” di Steven Spielberg.
Fratelli d’Italia: non il partito, ma i parenti…
Entrambi i candidati hanno fratelli che hanno avuto i loro momenti di celebrità giudiziaria. Il fratello di Murone, Salvatore, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, è stato coinvolto nella famosa inchiesta “Why Not” condotta da Luigi de Magistris. Accusato di aver sottratto fascicoli all’allora pm, è stato successivamente assolto dalla Cassazione, che ha annullato senza rinvio la sentenza di prescrizione. Dall’altra parte, il fratello di Lo Moro è stato condannato in primo grado per falso ideologico in una vicenda legata ai “furbetti del cartellino” tra i vigili urbani. Se a questi due soggetti aggiungiamo il mitico Bevilacqua, che ha un curriculum giudiziario lungo quanto… la Salerno-Reggio, viene quasi da dire: il più pulito c’ha la rogna… E non c’è dubbio che alla fine ha vinto il più “trasversale” e il meno “antipatico”. Questa è, se vi pare…