A SUA INSAPUTA !!
Doris Lo Moro è arrabbiata nera e qualche ora fa ha pubblicato un post dal titolo perentorio: “TUTTO FALSO“. Nel post con tanto di foto dell’articolo di Paolo Pollichieni su Calabria Ora del 2006 con la scritta in rosso trasversale “TUTTO FALSO”, lei scrive: “L’articolo che stanno facendo circolare fa parte di una campagna denigratoria portata avanti negli anni 2006 e 2007, per la quale ho presentato querela, rimessa solo dopo pubbliche scuse del giornalista”.
Ovviamente, come da scontatissimo copione, Pollichieni non può più rispondere, essendo passato a miglior vita e Doris Lo Moro non ammette discussione perché Lei (L volutamente maiuscola) ha sempre ragione…
Ma entriamo nei dettagli della polemica, chiaramente agitata da quello che rimane del centrodestra dopo la figuraccia del primo turno. Doris Lo Moro sostiene che l’accorpamento dell’ASL di Lamezia Terme a quella di Catanzaro fu un blitz ideato da Nicola Adamo e da Leopoldo Chieffallo: “Io, come più volte dichiarato, non ho né proposto, né accettato l’emendamento”.
Noi non abbiamo difficoltà a crederle. Purtroppo per lei la pezza è peggio del buco perché ci dà l’immagine di un assessore sprovveduto che viene raggirato per ben due volte dal gatto Loiero e dalla volpe Adamo. Prima, a giugno 2007, viene incorporata l’Asl di Lamezia all’Asl di Catanzaro. Poi a novembre 2007 le viene dato il benservito e mandata a casa.
In pratica l’assessorato alla Sanità era un terreno di scorrerie da parte dei calibri da novanta della politica calabrese. Oggi la Lo Moro ci parla della sua molto presunta autorevolezza, ma da ciò che ci dice oggi non sembra che ne avesse molta all’epoca dei fatti. Eppure veniva da quasi nove anni di sindacatura a Lamezia Terme. Se avesse avuto l’autorevolezza che brandisce oggi avrebbe di certo messo in campo qualche azione energica per sventare questa scelta altrui. Ci dica se ha fatto qualche sciopero della fame, oppure se si incatenò a qualche cancello della regione, o mise in atto una campagna di denuncia pubblica sul colpo di mano subito… E che cosa fece nel suo partito e in consiglio regionale? Ci dica qualche cosa di eclatante perchè noi ricordiamo solo silenzi. Non ci risulta nulla di tutto ciò, né pensò a dimettersi visto che la sua esperienza come assessore alla Sanità termina con il rimpasto di novembre 2007 quando Agazio Loiero non le propose più la guida all’assessorato alla Sanità. Erano passati cinque mesi dalla soppressione dell’Asl di Lamezia, cinque mesi in cui poteva almeno dimettersi per denunciare l’affronto subito e non fece nulla di tutto ciò.
Nel 2021 Agazio Loiero in una intervista al Quotidiano ritornò sulle cause dell’estromissione della Lo Moro affermando: “… Doris Lo Moro è uscita dalla giunta perché, malgrado il suo impegno, non era riuscita a tenere sotto controllo i conti delle aziende sanitarie”. La Lo Moro rispose in un’altra intervista: «Mi sorprende la ricostruzione di Loiero. Parlando con me ha sempre sostenuto che a voler il mio allontanamento dalla Sanità erano stati alcuni esponenti del Pd”.
Anche su questo ostracismo non ci risultano denunce e proteste politiche all’epoca dei fatti. Quello che risulta è che dopo qualche anno lo stesso Pd la manda in Parlamento per la bellezza di 10 anni e adesso la ripropone come sindaca. Più che penalizzata ci sembra che ha avuto proprio tanto dal suo partito, il Pd.
Per concludere: possiamo dire che la Lo Moro, molti anni prima di Scajola, è stata vittima di un complotto. L’Asl di Lamezia Terme è stata incorporata “A SUA INSAPUTA”. Ma Doris Lo Moro non faceva prima a chiedere scusa ai cittadini di Lamezia invece di fare questa figura barbina? Purtroppo l’Io è grande, il suo poi è ipertrofico, l’egocentrismo impera, la vanità è infinita. E nel suo vocabolario la parola scusa non esiste. Comunque la Lo Moro può essere contenta di questa polemica visto che Agazio Loiero ha dichiarato che se fosse cittadino di Lamezia l’avrebbe votata certamente. E siamo certi che lo stesso avrebbe fatto l’altro presidente piddino Mario Oliverio. Forse è il fascino discreto dei presidente di regione visto che anche Roberto Occhiuto una mano la sta dando e alla grandissima. Come dicono sotto i baffi Pino “parrucchino” e gli altri pochissimi sponsor di Murone, detto il cavallo scosso o il cavaliere inesistente. Insomma più che una donna del popolo rivoluzionaria e antisistema ci sembra che la sua vita politica si sia svolta tranquillamente nei palazzi del potere. E spesso le cose avvenivano “a sua insaputa”.









