Lamezia 2025. Nostra Signora dei Trucchi

Nostra Signora dei Trucchi

Senza dover tirare in ballo la famosa frase del Marchese del Grillo, io so io e voi…, quello di Doris Lo Moro è semplicemente un caso di arroganza. Qualche potere forte “regionale” oramai caduto in bassa fortuna (per non nominare la squallida parola che fa rima… con imbuto) l’ha convinta a scendere in campo contro tutti e contro tutto, senza fare prigionieri. E lei, la cui modestia è ben nota alla cittadinanza, ha deciso di bere l’amaro calice e di sacrificarsi per il bene della città come già fece, dopo l’esperienza da sindaco, per il bene della nazione facendo l’onorevole. Col risultato finale che ormai conosciamo: ha perso clamorosamente il ballottaggio e già dall’esito del voto lametino si era capito che qualcuno stava preparando il piattino anche al potere forte di cui sopra, quello il cui cognome fa rima con… imbuto.

I risultati della sua carriera politica sono sotto gli occhi di tutti e sono stati ben ricordati nei post seguiti alla sua volontà di ricandidarsi. Davanti al suo nuovo sacrificio, cosa possiamo dire noi se non: grazie Signora, grazie davvero, come se avessimo accettato.

Dopo 32 anni dal suo primo mandato a sindaco e a 24 anni dall’ultimo, come è possibile che la sinistra non abbia partorito un nome nuovo ma sia stata sempre costretta, dalle mammane locali, ad abortire ogni volta che si profilava l’ipotesi di avere un nuovo nato che potesse spodestarli? La Signora in questione, ha tentato di truccare le carte e si è riproposta facendo leva sul fatto che, dice lei, il suo pubblico la osanna. Chi è stato presente alle sue tragicomiche iniziative elettorali, ha potuto constatare quale fosse l’età media del suo pubblico e la sua appartenenza. Un sussulto di dignità, se ne avesse, avrebbe dovuto portarla a più miti consigli soprattutto dopo aver appurato che non è benvoluta da nessuno, esclusa “l’amicizia” locale. Ma tant’è… 

D’altro canto però, se Atene piange per l’inattesa disfatta, Sparta, nella figura di Giannetto Speranza, non ha nessun motivo per ridere visto che anche da parte sua è sempre stata data una mano alle mammane. Non sia mai che qualcuno avesse attentato alla sua Corte dei Miracoli, che lo circonda nella sua attività post professorale e post sindaco di cui in passato Iacchite’ si è già occupata. Basta guardare i lupi affamati che lo circondano in attesa di essere sistemati, anche loro, in qualche ruolo apicale o partecipato a suon di finanziamenti. Come si dice da queste parti: scarti frusciu e pijji primera. E così adesso l’ordine dei “fratelli” che contano ha deciso di far vincere Pino parrucchino o se preferite Pino il politico. Come dite? Ha vinto Murone? Ma dai, non ci crede nessuno. Neanche Nostra Signora dei Trucchi.