Cosa c’è dietro il botta e risposta tra l’onorevole Furgiuele ed il vescovo di Lamezia Parisi? Tutto è nato con un comunicato stampa diffuso da Furgiuele alla vigilia delle Europee con il quale annunciava che il ministro Salvini aveva scritto al vescovo per confermare l’erogazione di un fondo straordinario di 4 milioni e 400 mila euro destinati al restauro dell’ex convento di San Francesco di Paola a Sambiase, roccaforte leghista del deputato.
La cosa non è piaciuta a Parisi, il quale in una telefonata burrascosa ne ha dette di tutti i colori a Furgiuele, urlando come un ossesso e ricorrendo ad un stile poco evangelico, abbastanza consolidato nel vescovo di Lamezia (ne sanno qualcosa i suoi preti, che vengono sistematicamente terrorizzati). Le urla al telefono sono state percepite persino in strada all’esterno del palazzo vescovile.
Che non sia un modo paterno e conciliante da parte di un pastore di anime lo si capisce subito, ma è esattamente quello che è successo. Pare esista anche una registrazione telefonica che qualcuno avrebbe sentito.
Dopo il furibondo “cazziatone”, Furgiuele e’ stato costretto a modificare il comunicato precedentemente dato alle stampe, omettendo il nome del vescovo che lo ha accusato di farsi campagna elettorale con il suo nome. Se questo era l’intento, Furgiuele ha preso un grosso granchio, perché a fare il nome di Parisi si finisce con l’ottenere l’effetto contrario, tanto inviso e impopolare è tra i lametini.
La vicenda sembrava risolta, almeno secondo la visione del vescovo che alla fine della processione del 14 giugno per S. Antonio di Padova, alla quale Furgiuele ha partecipato, si avvicinava allo stesso dandogli un pizzicotto affettuoso e amichevole, quasi a volergli dire “finiamola qui, facciamo pace”. In seguito il vescovo diceva ad alcuni preti: “avete visto? Basta una carezza e tutto si aggiusta!”
Ma Parisi evidentemente non conosce bene lo spirito sanguigno dei sambiasini, buoni e cari sino a quando non li tratti male.
Il vescovo non si lascia consigliare, fa dell’arroganza la sua arma principale, e presume pure di sapere tutto e di tutti dopo appena due anni di episcopato.
E così si e’ arrivati alla lezione tenuta agli scout dell’Agesci del Reventino contro l’autonomia differenziata: che ci azzeccava con dei ragazzi un argomento del genere che meriterebbe di essere affrontato in altre sedi e non certamente in un incontro con gli scout?
Parisi è sempre stato un imprudente e non si rende conto che adesso è vescovo e dovrebbe prestare maggiore attenzione quando si tratta di questioni politiche. Di conseguenza l’onorevole Furgiuele lo ha bacchettato pubblicamente smascherando il vescovo che forse pensava di stare tenendo una lezioncina a porte chiuse in parrocchia.
Anche se la posizione della Conferenza Episcopale Calabra ha preso una posizione ufficiale contro la nuova legge sull’autonomia differenziata, secondo Furgiuele non è corretto che si parli a senso unico, tra l’altro a dei ragazzi costretti a sentire una sola campana.
In verità dietro c’e’ ancora dell’altro. Il ritorno del sindaco Mascaro in Forza Italia, da civico che era, è la prova che si sta lavorando già alla sua successione con l’aiuto della Chiesa locale (leggi Parisi). Lo dimostra la nomina ad assessora di Tonia Rizzo, esponente di Azione Cattolica, la quale si è lasciata scappare il giorno della sua presentazione alla stampa di aver chiesto una dispensa al vescovo per assumere tale incarico. A parte il fatto che un laico non può e non deve chiedere una dispensa ecclesiastica, ciò e’ la prova provata che il vescovo ha messo gli artigli sulle prossime comunali.
La gaffe della Rizzo è stata prontamente rimossa dai comunicati stampa convinti che nulla trapelasse.
Insomma, Roberto Occhiuto e Wanda Ferro vorrebbero presentare un candidato a sindaco diverso da Mascaro (che rimarrebbe dietro le quinte, sicuri della sconfitta per la sua impopolarità e il suo trasformismo) con l’aiuto della Chiesa lametina (leggi Parisi), estromettendo la Lega di Furgiuele che è il principale referente sul territorio.
Il tentativo non è piaciuto all’onorevole che non ci sta a questa spartizione di potere senza di lui…
Tra l’altro tra Parisi e Wanda Ferro corre un’amicizia di lunga data che potrebbe essere alla base di un altro cospicuo finanziamento straordinario, stavolta per il restauro della Cattedrale di Lamezia di cui al momento si ignora l’entità e la tempistica.
Questo scenario spiega il perché della furibonda reazione del Vescovo per il comunicato stampa del finanziamento di 4 milioni e 400 mila euro di Furgiuele.
E il centrosinistra? In quest’area stanno tutti a guardare per il momento, ma anche qui serpeggia il malumore, proprio ora che ci si è ricompattati dopo che Doris Lo Moro punterà alla candidatura a consigliere regionale, dando così il via libero per la corsa al terzo mandato all’ex sindaco Gianni Speranza, il quale – visti i flop di Occhiuto a Corigliano-Rossano e a Vibo – “rischia” anche di essere rieletto.
La “scesa” in campo non del tutto velata del vescovo, tuttavia complica un po’ il quadro perché Speranza è sempre stato vicino (ricambiato) al vescovo Cantafora (pure lui del clero di Crotone): è a tutti nota la proficua collaborazione che ha portato alla nascita del complesso interparrocchiale della San Benedetto. E adesso, come la prenderà Cantafora che è stato uno dei principali sponsor della nomina di Parisi?
Il vescovo di Lamezia in verità non è nuovo a ficcare il naso nelle vicende amministrative, come ha sempre fatto nella sua Santa Severina dove il sindaco ha sempre ricevuto il suo benestare. Ma Lamezia Terme non è Santa Severina ma questo vaglielo a spiegare a Parisi che invece di occuparsi di vicende spirituali e di rendersi più simpatico verso la gente e di farsi amare dai suoi preti, si interessa di ciò che non gli compete. Ma lui sa tutto e guai a contraddirlo. Stavolta però ha trovato un osso duro, troppo duro, di nome Domenico Furgiuele da Sambiase.
Concludiamo svelando il nome del candidato che Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Diocesi di Lamezia (senza la Lega) candideranno: il vicesindaco Antonello Bevilacqua. Non a caso il 29 giugno scorso c’era lui in Cattedrale con a fianco il vescovo Parisi a consegnare le chiavi della città ai Santi patroni Pietro e Paolo. Ma i santi sono d’accordo?