Una vera e propria esecuzione con modalità tipiche degli omicidi di ‘ndrangheta, questa la scena che si sono trovati di fronte i militari dell’Arma dei carabinieri giunti intorno alle 3.30 di stanotte nel vialetto di ingresso dell’abitazione dell’avvocato lametino Francesco Pagliuso, ucciso da un killer introno alle 22.30 di ieri sera.
Le modalità dell’omicidio farebbero pensare ad un delitto di ‘ndrangheta o comunque compiuto da un killer “professionista”. Si è avvicinato all’autovettura, un Suv, ed ha esploso 3, forse 4 colpi di revolver, due dei quali avrebbero colpito Pagliuso al volto.
L’omicidio è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza e gli investigatori stanno lavorando a fondo in questo senso.
La vita privata e professionale dell’avvocato Francesco Pagliuso viene scandagliata in ogni parte. E di certo gli spunti non mancano.
A dare l’allarme la fidanzata dell’avvocato che ha trovato il cadavere ancora in auto, riverso sul sedile di guida, con lo sportello ancora aperto.
L’avvocato Pagliuso era separato e non era un mistero che fosse fidanzato. Non c’è nulla che possa far pensare a motivi privati.
Nonostante la giovane età, Pagliuso era un avvocato di spicco, segretario della Camera penale, impegnato nei più rilevanti processi di ‘ndrangheta in Calabria come Andromeda, Perseo, Alchemia e Black Money. Tra i suoi clienti annoverava esponenti della mafia, della criminalità locale ma anche imprenditori con pendenze e gente comune.
Inoltre, da qualche anno era divenuto socio di un noto locale notturno, il Novecento, fulcro della movida cittadina. E aveva interessi nel settore immobiliare, altre due piste importanti.
Il “Novecento” è il baluardo del mondo della gastronomia lametina e rappresenta la storia della città. Pagliuso, del resto, aveva una grande personalità, un innato carisma e poliedricità di interessi. Un avvocato in carriera, rampante e con qualche inevitabile lato oscuro.