Lamezia, qui aeroporto. Il tabellone che “usa” Gratteri per fare audience: siamo al delirio di onnipotenza

Cose da pazzi, è proprio vero che in Calabria nulla è come appare. Un bravo giornalista, Ilario Ammendolia, che scrive su Il Dubbio, passando dall‘aeroporto di Lamezia Terme ha visto un cartellone pubblicitario ed è letteralmente esploso. Probabilmente a ridere, perché dopo aver visto un tabellone gigantesco nel quale si “reclamizza” il maxiprocesso di Gratteri, per un osservatore esterno altro non è possibile. Sul tabellone, testualmente, c’è scritto: “Rinascita Scott “Il maxi processo” La maxi operazione antimafia guidata dal procuratore NICOLA GRATTERI (scritto rigorosamente in maiuscolo come si conviene ad una guest star) che ha rivelato intrecci tra ‘ndrangheta imprenditoria e massoneria deviata…”. 

Quanto basta per far scrivere ad Ammendolia: “Questa volta ci siamo: il decollo del turismo calabrese sembra assicurato. Contrariamente a tutte le previsioni, il volano non sarà il mare azzurro e neanche le montagne incantate della Sila o dell’Aspromonte e neppure i Bronzi di Riace, le “rovine” di Capo Colonna e della civiltà greca. Chi arriva all’aeroporto di Lamezia trova un originale segnale di “benvenuto” in un gigantesco poster pubblicitario sul processo Rinascita Scott…“.

Ammendolia non sa davvero da che lato “prendere” la visione e aggiunge, quasi per convincersi che tutto ciò che sta vedendo è vero: “… Sembra un invito a visitare l’aula bunker più grande d’Italia in cui si sta celebrando il processo nel disinteresse generale dei calabresi. Ed è più che verosimile immaginare che in un prossimo futuro ci saranno le guide pronti ad invitare i turisti appena arrivati a Lamezia a fare un tour della “Calabria criminale”. Guide esperte in grado di cogliere al volo l’atteggiamento spavaldo del capo cosca, la subalternità degli uomini di sgarro e dei picciotti di giornata. Particolare attenzione sarà dedicata ai “massoni-santisti” che, sia pur senza prove, sono ascesi nell’olimpo della ‘ndrangheta…“.

Vi risparmiamo la – ahinoi – facile ironia sui ristoranti che “… si stanno attrezzando con piatti adeguati: “tagliolini alla Rinascita Scott con carciofi di Limbadi”, “costolette di capra alla Mancuso”, “antipasto dei picciotti”, torta alla “massomafia” bagnata con “vino delle cosche” fatto invecchiare da vecchi latitanti…“.

Ammendolia è praticamente convinto ormai che tutto sia come gli appare davanti agli occhi e così non le manda a dire a Gratteri: “… Provenienza dei prodotti assolutamente doc e rigorosamente certificata. Basterà pagare un supplemento e si potrà scorgere sia pure da lontano la “Guida Suprema”, non solo della Procura di Catanzaro ma della Calabria intera. Anche se solo per pochi minuti i turisti vedranno “la gloria di Colui che tutto muove e nella Calabria penetra e si espande”…

Fin qui Ammendolia, che chiosa il suo pezzo con altri fendenti al culto della Personalità gratteriana.

Maduli,, Lo Riggio e Giamborino

Ora, noi, da sfortunati e maledetti calabresi onesti, davanti a tale rappresentazione della realtà, non possiamo davvero far finta di nulla perché non sarebbe giusto. E perché Ammendolia sicuramente non sa che il successivo “Segui tutti gli aggiornamenti su LaCNews” rimanda direttamente alla trasmissione di una televisione che è di proprietà di un soggetto, al secolo Domenico Maduli da Limbadi, ritenuto vicino al clan Mancuso persino nelle stesse carte dell’ordinanza del maxiprocesso, per non parlare della sua vicinanza a un politico vibonese, Pietro Giamborino, impelagato fino al collo nel processo. Mentre il giornalista che fino a poche settimane fa era il direttore responsabile della testata, al secolo Pasquale Motta, è stato costretto a dimettersi perché indagato proprio da Gratteri nell’ambito dell’operazione Alibante per concorso esterno in associazione mafiosa e per il quale lo stesso procuratore aveva chiesto l’arresto!

E non è finita qui: la concessionaria pubblicitaria che gestisce quegli spazi all’aeroporto (senza neanche aver vinto una gara!) è di proprietà dello stesso editore della rete che “produce” (parola grossa se accostata a questo soggetto) la trasmissione in questione! E dunque in quel tabellone probabilmente Gratteri non c’entra niente, il suo nome viene soltanto utilizzato per fare cassetta: qui si punta ad aumentare gli ascolti, evidentemente molto più bassi di quelli auspicati e lo si fa – come al solito – nell’unica maniera che questa gentaglia conosce ovvero con l’arroganza del potere. E c’è davvero da augurarsi che Gratteri si indigni, altrimenti sarebbe complice anche lui di questa deriva senza senso.

Cose da pazzi, allora, riprendendo il tema iniziale: qui siamo al delirio di onnipotenza: la televisione vicina al clan mafioso che si fa pubblicità tramite il procuratore antimafia… Ci sarebbe da ridere se non fosse una tragedia ma c’è oggettivamente da sottolineare che con questo tabellone si è abbondantemente superata ogni fantasia più sfrenata. Non vogliamo dare consigli o suggerimenti a nessuno ma è davvero indecente quello che si legge sopra questo tabellone e se ci fosse un limite o quantomeno un minimo di decoro, questo tabellone andrebbe immediatamente eliminato con una sola motivazione: offende l’intelligenza dei calabresi onesti. Sempre a futura memoria.