L’anima delle grandi opere cosentine (di Battista Sangineto)

dalla pagina FB di Battista Sangineto

L’ANIMA DELLE GRANDI OPERE COSENTINE

Intorno a Ferragosto i governi e le amministrazioni pubbliche fanno, spesso, passare atti che in altri periodi dell’anno potrebbero suscitare perplessità o, dio non voglia, provocare opposizione.
Questa volta tocca, di nuovo, al Museo del Nulla-Alarico che sembrava definitivamente accantonato.
Ricordo che, in una intervista rilasciata al Corriere della Calabria il 21 ottobre 2021, il Sindaco Franz Caruso diceva: «…L’abbattimento dell’Hotel Jolly mi trova favorevole, era una nota stonata rispetto al contesto. Ma sul museo di Alarico non condivido il progetto, non amo le leggende. Cosenza non si è fatta sottomettere da nessuno, esalterei invece lo spirito libertario della città dei Bruzi. Ad Alarico preferisco Bernardino Telesio…».

Una lunga intervista all’Assessore ai Lavori pubblici, pubblicata stamattina dal Quotidiano del Sud, non solo rilancia tutte le inutili, dannose e dispendiose Grandi opere lasciate incompiute dal precedente sindaco, ma lascia intendere che potrebbe essere possibile non solo che venga eretto quell’obbrobrio dorato del cosiddetto Museo ancor più fuori contesto dell’ex Hotel Jolly, ma che, addirittura, possano essere portati a termine anche la piazza, il belvedere ed il fiume navigabile intorno al Ponte di Calatrava. Sì, quello che collega il nulla con il nulla e che è costato più di 20 milioni di euro (la maggior parte dei quali, secondo Carlo Guccione, erano fondi Gescal destinati alle case popolari) http://www.iacchite.blog/cosenza-20-milioni-del-ponte…/

Il Viale Giacomo Mancini sarà, irreversibilmente, trasformato in un cosiddetto Parco del benessere e neanche uno dei 100 milioni dei Fondi Cis e Agenda Urbana per il Centro storico sarà usato per ripristinare, ristrutturare, rafforzare le abitazioni della nostra città storica in rovina, ma verranno spesi, tutti, per edifici pubblici più volte ristrutturati e per servizi e sottoservizi.
Bisogna finire le opere, non si possono lasciare incompiute perché, s’intende, “Alle opere vogliamo dare un’anima”.