L’anno che verrà. Draghi, un 2022 da “PresiPremier” (di Marco Travaglio)

DRAGHI, UN 2022 DA PRESIPREMIER

di Marco Travaglio

Fonte: Fatto Quotidiano MIllennium

1° gennaio: scoperta in Togo la variante Pi del Covid: aggredisce preferibilmente chi ha compiuto i 47 anni da tre mesi ed è stato almeno una volta a Katmandu. Il premier Mario Draghi annuncia il Super Green Pass Turbo, riservato a chi ha fatto la terza dose di vaccino: per recarsi al lavoro occorrerà esibirlo insieme all’ultimo cruciverba di Bartezzaghi completamente compilato.

5 febbraio: dopo due settimane di fumate nere, il Parlamento non riesce a eleggere il capo dello Stato. Processione dei leader di partito nel rifugio segreto di Mattarella (sul Monte Pellegrino, a Palermo), che però non li fa entrare. Armati di megafono, gli chiedono dal piazzale la disponibilità al bis. Da una finestra partono alcuni colpi di lupara, seguiti dalla frase “Sta minchia!”.

18 marzo: il candidato al Quirinale più votato è Giancarlo Magalli, con ben 12 preferenze. Il meno votato è Silvio Berlusconi: l’unica scheda col suo nome viene invalidata perché porta la firma di Marcello Dell’Utri, che non risulta nell’elenco dei grandi elettori.

17 aprile. Santa Pasqua: al 181° scrutinio, l’Italia ha finalmente un capo dello Stato: Mario Draghi. Il quale, come sempre schivo, aveva espresso il desiderio di essere eletto proprio in quel giorno per consentire ai giornali di paragonarlo a Gesù risorto. Subito archiviate le polemiche di pochi disturbatori sulle sue eventuali dimissioni dal governo prima di salire al Colle: al mattino Draghi farà il premier e al pomeriggio il presidente. Il tutto sena muoversi dalla sua residenza a Città della Pieve, nel frattempo promossa a Santuario della Cristianità.

18 maggio: dopo la scoperta nelle isole Andamane della nuova variante Ro, che aggredisce preferibilmente gli albini fra i 75 anni e un mese e i 75 anni e tre mesi e mezzo, il premier Draghi vara un decreto del presidente della Repubblica Draghi che istituisce il Green Pass 4x4Gt, riservato a chi effettua le 16 dosi canoniche di vaccino: per entrare in un qualsiasi locale, anche in casa propria, gli italiani dovranno esibire il certificato verde saltellando su un piede solo con un berretto a sonagli in testa.

15 giugno: Fda, Ema e Aifa comunicano che, secondo studi recenti, i vaccini perdono efficacia dopo una settimana. I richiami annuali salgono a un minimo di 52 (ma è possibile riceverne fino a tre in sette giorni). Il generale Figliuolo vara la campagna con lo slogan “Ogni quattro dosi, una è in omaggio”.

5 luglio: il presidente Draghi firma il decreto del premier Draghi “Salviamo le ferie”: abbonamenti annuali e semestrali ai vaccini con sconti sulla tessera Esselunga; e lotteria “Inoculato dell’anno”, per i fortunati percettori di almeno 20 dosi a trimestre.

15 agosto: arrestata una famiglia milanese in auto verso la Liguria per guida sotto effetto di eroina. Non erano drogati ma ipocondriaci, e si erano portati avanti: i 32 buchi sulle braccia di ciascuno erano vaccini Pfizer. Rilasciati con tante scuse e ricevuti al Quirinale.

8 settembre: allarmato dalla variante Tau, che aggredisce solo i ragionieri con un braccio solo, il premier Draghi ottiene l’ok del presidente Draghi al decreto “Porgi l’altro braccio” che istituisce il “Green Pass Cabrio”: è identico a quello di luglio, ma dà diritto a una batteria di pentole antiaderenti gratis.

23 ottobre: Johnson&Johnson, allarmata per l’ulteriore riduzione dell’efficacia del vaccino a soli tre giorni, lancia sul mercato il pratico monodose giornaliero usa e getta.

4 novembre: trentottesima ondata, dovuta alla variante Upsilon scoperta in Madagascar, che si accanisce sugli spazzacamini: Draghi annuncia l’esclusivo “Green Pass Gold de luxe”, riservato a chi ha ricevuto le 104 dosi annue e versato una fidejussione bancaria di 5 milioni: chi ne è sprovvisto non potrà accedere alla Trilateral, al Bilderberg e al Gran Consiglio dei Dieci Assenti.

31 dicembre: nel primo discorso di fine anno, il presidente Draghi dichiara con aria dolente: “Il Covid ha vinto e voi avete perso, quindi nel 2023 niente elezioni. Ah, dimenticavo: ho vinto anch’io”.