di Tommaso Orsimarsi
E’ il sedicesimo anno che Lappano ricorda mestamente quel tragico 6 agosto del 2007, quando nell’atto di contribuire allo spegnimento di un insidiosissimo incendio, il caporal maggiore della Brigata Paracadutisti Folgore, Eugenio Nigro, perdeva la vita.
Il giovane si trovava nel suo paese natale per un breve periodo di congedo quando le fiamme minacciando un uliveto si avvicinarono pericolosamente al centro abitato. I vari fronti dell’incendio e i numerosi roghi di quell’estate caldissima, vedevano i Vigili del Fuoco impegnati altrove.
Il giovane non ci pensò un attimo e nonostante il percepito pericolo, affrontò le fiamme nel tentativo estremo di salvare il lavoro di diverse generazioni. “Non rami distorti, sono i calabri ulivi, ma il prodotto di ogni singola goccia di sudore di chi li coltiva da centinaia di anni “ dice un poeta calabrese ed Eugenio lo sapeva bene.
Ma un improvviso cambiamento del vento gli fu fatale.
Fu subito sgomento e disperazione per l’intero paese che, in poco tempo, comprese che questa volta gli incendiari si erano macchiati di un crimine ancora più grave. Avevano stroncato una vita.
Due giorni dopo, a Lappano, sulla spianata di Santa Maria delle Grazie, alla presenza di autorità, parenti, numerosi amici e un picchetto di commilitoni arrivati da Pisa,venivano celebrati i funerali del paracadutista, ritrovato chino e arso come i ceppi di quegli ulivi che il rogo non aveva risparmiato.
Quello in cui perse la vita Eugenio Nigro era il 236° incendio del 6 agosto 2007 in Italia, preceduto di pochi giorni da quel 23 di luglio che vide il pilota della Prociv Andrea Golfera precipitare con il suo Canadair sul Gargano, con i villeggianti di Peschici scampare alle fiamme via mare, mentre in tutta la baia si susseguivano una dopo l’altra esplosioni delle autovetture e dei Camper, e gli ombrelloni dei lidi si trasformavano in tante tetre fiaccole.
Il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, presente quel giorno nel piccolo centro presilano, sottolineò il crescente tributo pagato da chi ama il proprio territorio.
Un anno dopo, in occasione della Festa della Repubblica italiana dalle mani del Prefetto di Cosenza Pietro Lisi, i genitori e la sorella del militare, ritiravano la Medaglia d’oro al Valor civile alla memoria.
Determinante fu anche l’interessamento di Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili . Da allora la famiglia, Lappano tutta e i suoi commilitoni, con intitolazioni di una villa comunale, di una importantissima Banda Musicale del Congedanti Folgore e la celebrazione di una funzione religiosa, che quest’anno si è tenuta, nella chiesa della Madonna delle Grazie a Lappano centro, ricordano il giovane eroe.
Gli incendiari, invece, proseguirono l’opera di devastazione che vide solo pochi anni dopo un dipendente dell’Afor, l’azienda forestale della Regione Calabria, Giuseppe Caruso, 54 anni, originario di Longobucco (Cosenza) perdere la vita nel tentativo di spegnere un incendio a Cropalati. Persino a Lappano, nello stesso anno, un vastissimo incendio minacciò di rinnovare il tributo pagato quel tragico 6 agosto del 2007.
Tommaso Orsimarsi