Riceviamo e pubblichiamo l’appello del giornalista Mario Campanella al direttore generale dell’ASP di Cosenza, Raffaele Mauro.
Non ho mai pensato di essere un martire ma sono anni che subisco angherie dall’Asp di Cosenza cercando di rispondere sempre con civiltà.
Da 17 mesi aspetto di essere immesso in servizio dopo la regolare conciliazione siglata dinanzi al giudice Bonofiglio il 2 dicembre del 2014.
L’Asp, però, invece di rendere automatica l’immissione, dopo che era stata acclarata la mia subordinazione, ha addirittura revocato la conciliazione stessa e trasmesso gli atti in Procura paventando che avessi ricevuto un favore.
Per quella scelta, Gianfranco Filippelli è stato rinviato a giudizio per abuso di ufficio, mentre il GIP Alfredo Cosenza ha archiviato la denuncia dello stesso Filippelli enunciando a chiare lettere che la conciliazione aveva tutti i crismi della legalità.
Mi sarei aspettato che il dottor Raffaele Mauro, che conosco come persona perbene, dopo questi fatti, revocasse l’atto illegittimo di Filippelli e mi immettesse in servizio, ma nulla di questo è accaduto.
Anzi, l’ufficio legale dell’Asp, ATTRAVERSO LA STESSA PERSONA che firmò due volte la conciliazione, ne chiede la revoca oggi (!) facendomi ancora perdere tempo dinanzi al giudice del lavoro.
Una cosa che suscita ilarità e rabbia, per la forma prevaricante del potere pubblico, kafkiano e tragicomico.
Al dottor Raffaele Mauro chiedo di accelerare questo processo revocando la delibera illegittima di Filippelli.
Non voglio essere blasfemo ma cito le parole sagge del dottore Mario Spagnuolo, pronunciate ieri, a conferma di come il potere possa essere schiacciante, con l’aggravante in questo caso che si tratta di una pubblica amministrazione contro un privato cittadino che chiede solo di essere trattato come gli altri.
Mario Campanella