L’ascesa del clan di Rizziconi: i legami con le altre famiglie

Domenico Crea, arrestato oggi a Ricadi dopo una latitanza di quattro anni, all’indomani della cattura di suo fratello Giuseppe, avvenuta il 29 gennaio 2016, aveva preso le redini del casato di ‘ndrangheta di Rizziconi. Il clan Crea, il cui capo Teodoro si trova da tempo in carcere, ha stretti legami con altre famiglie storiche del territorio come gli Alvaro di Sinopoli e i Mammoliti di Castellace. Controllano l’economia del territorio attraverso la gestione di appalti e attività commerciali. Negli ultimi anni la cosca si è radicata anche nel Nord Italia. Il fratello di Domenico Crea, Giuseppe, è stato anche lui arrestato dopo dieci anni di latitanza insieme a un altro latitante storico della Piana di Gioia Tauro, Giuseppe Ferraro. I due si trovavano in un «bunker» a cinque stelle dotato di tutti i comfort in provincia di Reggio Calabria, tra Melicucco e Rizziconi. La polizia all’interno ha trovato resti di ostriche e bottiglie di vino di qualità, rigorosamente calabrese. Abitavano sottoterra in 30 metri quadrati divisi in due stanze da letto, una cucina soggiorno e un bagno con tanto di doccia e bidè.

La famiglia Crea

La famiglia Crea è da sempre considerata una tra le più potenti nel panorama criminale calabrese. Nel 2009 si fece cenno alla cosca quale possibile responsabile dell’omicidio del giovane Francesco Maria Inzitari, 18 anni, figlio di Pasquale, ex consigliere provinciale ed ex coordinatore regionale dell’Udc. Fu proprio Pasquale Inzitari, considerato vicino ad ambienti mafiosi a indicare alla polizia il posto dove si trovava latitante il boss di Rizziconi, poi arrestato. Anche se il nome dei Crea non è mai stato associato a quell’agguato, l’ipotesi di un coinvolgimento dei Crea è stata una delle piste seguite all’epoca dagli investigatori.

Fonte: Carlo Macrì – Corriere della Sera