Le cantate di Adolfo Foggetti/6. La campagna elettorale della ‘ndrangheta per Marcello Manna a Rende

… Ma la vita è una ruota che gira e Marcello Manna, meglio noto come Mazzetta, massimo esperto di pentiti, di trasformismo e di processi comprati, lo sa benissimo. Sì, perché è proprio un pentito che fino all’altro ieri era sotto la sua “protezione”, ovvero Daniele Lamanna, che ormai da qualche anno parla della sua “straordinaria” trasversalità per fare carriera in politica. Così come prima di lui ha fatto anche Adolfo Foggetti.

Ed è arrivato il momento di rinfrescarci ancora la memoria. Soprattutto perché questo soggetto ha continuato fino a stanotte imperterrito a tessere la sua tela illegale approfittando dapprima della complicità di qualche figlio di puttana che ha fatto uscire sui media “amici” atti coperti da segreto istruttorio per cercare di inquinare le prove a suo carico. Peccato (per lui), però, che la pubblicazione del fermo immagine nel quale consegna la “mazzetta” al giudice Petrini per far assolvere il boss Patitucci condannato a 30 anni non solo abbia fatto il giro del web ma sia stato pienamente confermato dal giudice anche nell’incidente probatorio del 13 ottobre 2020. Il che vuol dire che le Dda di Salerno e Catanzaro ormai avevano le idee chiarissime.

Fino a stanotte anche questo atto che ripubblichiamo era un atto coperto da segreto istruttorio, che risale al 2015, precisamente al 12 febbraio 2015. Oggi non è più segreto perché è stato ufficialmente inserito nell’ordinanza con la quale stanotte è stato arrestato Marcello Manna. Fino a stanotte mentre Sandro Principe e Orlandino Greco, indagati (uno arrestato e l’altro salvato in extremis) nella stessa inchiesta, furono sputtanati sui media di regime, Marcello Mazzetta – come al solito – era stato “risparmiato” e il pentito riferiva fatti e circostanze molto ma molto gravi. Che adesso tutti possono leggere e valutare.

Adolfo canta che è una meraviglia. Un’ugola come pochi. Si canta tutto. Dalla A alla Z. Oggi ci fa ascoltare le sue cantate sulle elezioni di Rende del 2014 che videro vittorioso l’avvocato Marcello Manna.

“… Con riferimento al comune di Rende posso invece ulteriormente riferire di questioni che riguardano l’avvocato Marcello Manna. Si tratta di fatti molto recenti che si collocano nella campagna elettorale da ultimo tenutasi per l’elezione del consiglio comunale e del sindaco del comune di Rende.

In occasione di tale campagna elettorale sia io che Umberto Di Puppo, la stessa Rosanna Garofalo, moglie di Patitucci, Massimo Aceto abbiamo fatto la campagna elettorale, ovviamente non riferisco i nomi ad uno ad uno dei soggetti che hanno fatto la campagna elettorale all’avvocato Marcello Manna poiché tutti gli appartenenti al clan federato Rango/Zingari e Lanzino si sono mobilitati per fare la campagna all’avvocato Marcello Manna, ad eccezione di Rango Maurizio, il quale da me interpellato e richiesto sul punto ebbe a riferirmi che i suoi familiari e i parenti residenti in Rende erano particolarmente legati a Principe e che quindi avrebbero continuato a fare campagna elettorale per Principe e ciò in quanto, mi riferiva Rango, Principe si era sempre comportato bene con la sua famiglia.

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Nello specifico rappresento che in occasione della campagna elettorale fui convocato dal collega di studio dall’avvocato Manna, l’avvocato Gaetano Morrone, il quale a sua volta si era candidato in una lista che appoggiava il Manna ed aspirava a diventare assessore o consigliere qualora il Manna fosse stato eletto.

Convocato nello studio, egli mi chiese di impegnarmi a fare la campagna elettorale sia per se stesso, sia per Manna e mi riferiva che parlava per bocca di Manna del quale, per sua stessa affermazione, si faceva latore della richiesta di voti.

Egli, parlando sempre per bocca di Manna mi chiedeva di procacciare voti a loro favore e in cambio rispetto a tale impegno elettorale promettevano in caso di esito vittorioso dei favori mettendosi a disposizione di tutto il gruppo intendendo per tali vari clienti dell’avvocato Manna appartenenti alla criminalità organizzata e quindi intendendosi per gruppo mio, il mio gruppo criminale di riferimento.

Il Morrone prometteva altresì, in cambio dell’impegno elettorale nostro, che una volta eletto avrebbe favorito nell’ambito dell’aggiudicazione di appalti, delle ditte che noi avremmo segnalato. Ovviamente se queste ditte fossero state idonee a partecipare agli appalti pubblici.

Tra le ditte che costituiscono un nostro riferimento vi è quella di Aceto Massimo, il quale tuttavia difficilmente avrebbe potuto partecipare a gare pubbliche in quanto è stato tratto in arresto, poi c’è quella di Flangella Roberto, già titolare di una discoteca denominata Shake, quella facente capo a tale Quintieri. il quale era a detta del Patitucci, era un vero e proprio suo uomo.

Adolfo Foggetti
Adolfo Foggetti

Sulla scorta delle richieste dell’avvocato Morrone tutti noi ci impegnammo ad effettuare campagna elettorale in favore di Manna e Morrone e ognuno degli appartenenti al clan ebbe a redigere delle liste riproducenti i nominativi dei soggetti che a nostra richiesta avrebbero votato per Manna e Morrone Gaetano e consegnammo queste liste al Morrone in modo che essi potessero farsi una idea sul numero dei voti dei quali avrebbero beneficiato.

Le mie affermazioni possono anche essere riscontrate da una serie di telefonate intercorse tra me e l’avvocato Morrone Gaetano proprio nei giorni immediatamente precedenti alle elezioni e se mal non ricordo anche nel giorno delle elezioni e nei giorni successivi.

Ricordo nello specifico anche di una telefonata nel corso della quale, in sostanza, il Morrone mi chiedeva di recarmi nel suo studio mentre io mi trovavo a Paola. Dopo tale telefonata, probabilmente il giorno dopo o dopo due giorni, sono salito a Cosenza e il Morrone mi consegnò i cosiddetti bigliettini elettorali che pubblicizzavano la candidatura di Manna Marcello.

Dal momento che io utilizzavo spesso il telefono della mia convivente Palmina Serpa, non ricordo se le telefonate intervenivano e sono intervenute tramite la mia utenza cellulare o tramite quello della mia convivente. Ricordo che Ettore Sottile, il quale naturalmente ebbe a riferirmi che il suocero della sorella, tale Tucci, gli aveva a sua volta riferito che si stavano impegnando per la campagna elettorale di Manna. Egli mi riferì che vi erano state delle riunioni presso l’hotel San Francesco, ed io in una occasione passando da lì vidi con i miei occhi questa riunione.

In tale contesto Ettore Sottile mi riferì che Manna aveva promesso al suocero della sorella che qualora avesse vinto le elezioni si sarebbe impegnato affinchè il comune di Rende avesse acquistato marche da bollo e comunque valori bollati presso l’attività di loro proprietà.

Si tratta di un tabacchino situato nei pressi di una nota pizzeria. Dopo l’esito vittorioso delle elezioni da parte di Manna, non ricordo se fui contattato da Morrone o se lo contattai io, mi sono recato presso il suo studio e lì fui ringraziato da Marcello Manna in persona per l’impegno profuso.

Tra i nominativi dei soggetti i cui nomi ho consegnato nella lista sopra detto all’avvocato Gaetano Morrone, posso in via esemplificativa e non esaustiva riferirvi i nomi di E. C., nipote di mia madre, il marito G. M., S. S., perente di S. P., L. S. , S. S. ed altri.

E ovviamente questo è solo il punto di partenza per quanto riguarda le connivenze tra la ‘ndrangheta e il Comune di Rende targato Marcello Mazzetta, pardon Manna.