di Nicola Martino
Fonte: il Meridio (https://ilmeridio.it/le-mani-degli-aguzzini-stringono-la-gola-di-reggio-anche-tra-i-banchi-di-scuola-ma-la-citta-resistera-alla-loro-barbarie/)
L’intervista rilasciata da Angela Marcianò all’Avvenire di Calabria di domenica 8 settembre è un emblema, anzi, l’emblema per indiscutibilità delle argomentazioni, di quanto la città di Reggio sia ormai senza respiro, strangolata dall’incompetenza, prerequisito irrinunciabile per continuare a scodinzolare dentro il recinto della maggioranza. Lo dicono i fatti, alcuni dei quali, estremamente delicati, sono stati snocciolati dalla docente universitaria: come fosse un premio al demerito, solo gli inutili mediocri hanno diritto ad un posto nei cieli cupi del falcomatismo e dei suoi camerieri in livrea, sgualcita dalla loro incapacità e sporcata da macchie di ignoranza. Si utilizzi, ma solo a mo’ di esempio, quanto accaduto a causa della mala gestio degli edifici che ospitano gli istituti scolastici, edifici, dunque, dove, per usare un’espressione abusata si dovrebbe far prendere confidenza ad un bambino, ad un adolescente, con il rispetto delle regole, della ordinaria convivenza civile.
Ecco, a Reggio Calabria, dipendesse dagli analfabeti, di professione inauguratori del Niente, che poltronano sugli scranni del centrosinistra a Piazza Italia in attesa di lavoro, ma nelle more ricevitori di munifiche ricompense a suon di denari pubblici sonanti, le nuove generazioni acquisirebbero, invece, precocemente confidenza con la scemenza conclamata. Ed Angela Marcianò, a tal proposito, coglie nel segno quando, ricordando la sua esperienza ai Lavori Pubblici, ricorda di aver confidato alla magistratura le sue perplessità circa le modalità che accompagnavano i controlli di sicurezza effettuati in precedenza nelle diverse scuole della città. Dunque, una situazione, quella che ha condotto a dichiarare lo stato di inagibilità di numerose strutture ad un paio di settimane dall’avvio dell’incipiente anno scolastico, che faceva tremare i polsi già anni addietro, ma senza, ciononostante, destare un senso di particolare urgenza in chi, nel corso del tempo, se ne sarebbe dovuto occupare per dovere istituzionale.
Tanto che la giuslavorista, sul tema assai spinoso, insiste con sicurezza: “Rispetto a taluni istituti scolastici, la mia posizione non cambia”. Assenza di programmazione, trasandatezza nell’assunzione di decisioni e responsabilità che traspare anche in merito ad aspetti strettamente connessi a quello della chiusura obbligata dei plessi scolastici da rimettere con urgenza nelle condizioni di riaccogliere la popolazione studentesca: “Le soluzioni alternative mancano ancora e perfino l’organizzazione del sistema trasporti con le navette è in alto mare”.
Sventurati gli effetti moltiplicatori di incuria e negligenza, le due gemelle inseparabili nei corridoi dei Palazzi della politichicchia reggina, che fanno capolino ad ogni angolo: “Mi chiedo perché, dopo aver affidato alla società Castore la manutenzione ordinaria delle scuole, poi non si corrispondono alla stessa società in house le risorse minime – si chiede incredula la professoressa di Diritto del Lavoro – per intervenire periodicamente e in modo risolutivo.
Io da amministratrice comincerei a disporre la messa in sicurezza dei cortili di gran parte delle scuole, tagliando i numerosissimi alberi pericolanti che continuano a rappresentare un serissimo pericolo, nonostante le innumerevoli segnalazioni”.
Come sia possibile che l’allarme venga lanciato da una esponente dell’opposizione e finisca nel vuoto neuronale dei responsabili non è più un mistero: dieci anni affollati da goffi e gaglioffi ci hanno svelato l’arcano. Se così non fossero stati si sarebbero mossi in nettissimo anticipo sui tempi clamorosamente fallaci con cui hanno agito e, invece, davanti al vincolo della prevenzione si sono voltati, schifati, dall’altra parte. Non avrebbero potuto fare altrimenti: la prevenzione marcia di pari passo con la saggezza e, dunque, fantasticare di amministratori capaci di indovinare il motivo per il quale alla fine del mese sono lautamente, quanto ingiustificatamente, ricompensati, è davvero chiedere troppo, è davvero chiedere qualcosa che va al di là delle loro limitate possibilità di comprensione.
“Non è ammissibile e neppure concepibile – ragiona infatti Angela Marcianò – chiudere le scuole a inizio settembre, riferendo ai genitori e alle comunità scolastiche coinvolte di potenziali e futuribili soluzioni. E’ una scelta scellerata e irresponsabile. L’Amministrazione ha il dovere di programmare e prevenire i disagi. Oggi siamo lontani anni luce da questo modus operandi. Si va a tentoni e si lancia fumo negli occhi per mascherare situazioni intollerabili”.
Eppure la chicca è nascosta altrove, la ciliegina amara, amarissima, sulla torta indigesta anche per gli stomaci forti dei reggini è conservata in un altro cassetto della credenza scassata di cui si servono i reggenti pro tempore della città: “Addirittura – rimarca Angela Marcianò impressionata da cotanta profanazione dell’intelletto – hanno speso e sprecato somme ingenti per impermeabilizzare delle scuole che adesso vogliono demolirne e ricostruire, vedi Catona, Klearcos e Galluppi. E, cosa ancora più incredibile, spostano i bambini da una scuola all’altra senza preventivamente verificare la sicurezza delle scuole che li ospiteranno, vedi Galileo e Pascoli”.
Durante questo decennio dominato dai vandali istituzionali la loro sequenza di peccati è stata senza soluzione di continuità e mai una volta la barbarie organizzata si è fermata a quello che pensavamo fosse il punto più profondo. No, non succederà: la sola speranza da coltivare va riposta nella fede che, pur strozzati da questi aguzzini della democrazia, resti nel corpo sociale un ultimo respiro essenziale per sopravvivere fino al momento in cui questo incubo popolato da mostri e piaghe avrà fine, perché sì, un giorno, ormai neanche lontano, avrà fine.