Lettera aperta alla stampa: cosa sta accadendo in Fincalabra?
Per motivi legati alla tutela della propria posizione lavorativa, chi scrive preferisce restare anonimo. Tuttavia, riteniamo doveroso segnalare quanto sta avvenendo all’interno di Fincalabra, una realtà che, sebbene operi con risorse pubbliche, sembra sempre più lontana da principi di trasparenza e meritocrazia.
Dopo oltre vent’anni, si è aperta una procedura per le progressioni di carriera. Una notizia che, in un contesto sano, rappresenterebbe un’opportunità per valorizzare il merito, la competenza e l’impegno. Purtroppo, i segnali emersi fanno temere il contrario: i benefici di tali progressioni sembrano destinati, ancora una volta, a pochi nomi noti, spesso privi dei requisiti richiesti o di effettivi meriti professionali.
Si parla di prove valutative circolate in anticipo, di elaborati tecnici prodotti da chi non possiede nemmeno il titolo di studio adeguato, e di figure che – pur prive delle competenze – guidano gruppi di lavoro composti da personale altamente qualificato. Il rischio è che la crescita professionale di alcuni venga costruita sfruttando il lavoro e la preparazione di altri.
Non meno preoccupante è la gestione della procedura stessa: avviata nel 2023, chiusa e riaperta più volte fino a gennaio 2025, sembra essere condotta in modo discrezionale, senza criteri fissi né trasparenza. In precedenza, una valutazione commissionata all’Università Magna Graecia e finanziata con fondi pubblici era stata accantonata perché troppo legata a criteri meritocratici.
Anche le organizzazioni sindacali hanno recentemente sollevato perplessità, diffondendo i risultati di una valutazione che conferma quanto segnalato: la tendenza a consolidare posizioni di privilegio, spesso risalenti all’epoca di Sviluppo Italia e già oggetto di attenzione da parte della stampa nazionale.
L’appello è rivolto a chi ha il compito di vigilare e informare: la stampa libera,appunto. Riteniamo che una luce vada accesa su quanto sta accadendo in Fincalabra. Non si tratta solo di giustizia interna: si tratta di una società pubblica, alimentata da risorse di tutti, la cui efficienza e legittimità dovrebbero essere patrimonio collettivo.
Chi ha responsabilità ai vertici – inclusa la Presidenza attuale – dovrebbe valutare con attenzione la situazione, evitando di affidarsi a figure interne già oggetto di numerose contestazioni, la cui gestione rischia di compromettere ulteriormente produttività e credibilità dell’intera struttura. Confidiamo nell’interesse della stampa per approfondire e portare alla luce questi fatti.
Dipendenti preoccupati