Lettere a Iacchite’: “Belvedere, lasciate 20 euro o voi ch’entrate…”

Il non vuole essere un titolo clickbait oppure una boutade di mezza estate, ma è solo il riassunto di quanto mi è accaduto negli ultimi anni villeggiando a Belvedere, località del Tirreno Cosentino. La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, che mi ha spinto a scrivervi, risale a ieri sera. Già, perché questa lettera avrei dovuto scriverla lo scorso anno, ma anche quello prima. Poi, da calabrese, ho desistito per non ammettere che la nomea che etichetta la nostra terra ce la meritiamo proprio.

Ma torniamo a ieri sera. Nel tardo pomeriggio (circa alle ore 18), dopo una giornata di duro lavoro sotto il caldo torrido dell’estate, mi avvio verso la spiaggia per un rinfrescante tuffo tra le onde.

Poco prima del lungomare, però, l’amara sorpresa. Trovo tutto transennato e alcune persone mi impediscono di accedere alla spiaggia reclamando il pagamento di un biglietto perché, a loro dire, alla sera ci sarebbero stati dei fuochi d’artificio.

Spiego gentilmente a quei signori che sono contrario ai fuochi d’artificio perché inquinano e fanno spaventare gli animali e che quindi la mia unica intenzione era quella di fare un bagno per poi rientrare alla mia abitazione (che dista pochi metri dalla spiaggia). Tutto inutile. Non mi è stato permesso, nonostante mi fossi rivolto anche ad una pattuglia della polizia locale che si trovava nei paraggi chiedendo loro se fosse una pratica legale quella di vietare ogni accesso ad una spiaggia pubblica di proprietà demaniale.

Ad ogni modo, cercando di evitare le polemiche, mi piego a quella assurda richiesta e chiedo il prezzo del biglietto per poter fare un bagno: 8 euro!! Raggelato chiedo se anche nei successivi giorni avrei dovuto pagare per un bagno dopo le 18, ricevendo da loro la conferma che fino a domenica dopo le 18 avrei trovato le transenne e avrei dovuto pagare per raggiungere un bene pubblico. Sempre per evitare polemiche e per non dimostrare che la cifra richiesta pesava parecchio sul mio bilancio familiare, accetto di pagare 20 euro per avere accesso libero alla spiaggia dopo le 18 fino a domenica (visto che mi tratterrò fino a lunedì).

Sconvolto e umiliato, su una spiaggia sporca e davanti ad un mare con una lunga striscia marrone, ripenso a quando un gelataio l’anno prima nella stessa località mi aveva fatto alzare dal tavolo perché non potevo consumare seduto la mia coppetta appena acquistata oppure a quando hanno multato la mia macchina per aver parcheggiato davanti ad un supermercato il tempo necessario per prendere una cassa d’acqua. Forse non è solo questo paese a essere inospitale, forse lo è la nostra regione. Ed è in quel momento che mi rendo conto davvero che ciò che pensano al nord di noi calabresi non sono falsi miti.
Purtroppo non è un falso mito nemmeno quello che ritiene essere pericoloso in Calabria raccontare la verità ed è per questo che non firmo questa lettera.

Cordiali saluti,

da un calabrese avvilito

P.S. Alla fine i fuochi d’artificio ieri sera non ci sono stati per un non meglio precisato “problema tecnico”. E’ davvero questo il concetto di turismo che si merita la Calabria nel 2023?

P.P.S. Metto in copia a questa lettera anche la Guardia Costiera per capire da loro se è una pratica legale quella di impedire ogni accesso libero alla spiaggia dalle ore 18 per quattro giorni consecutivi.