Lettere a Iacchite’: “Calabria. Prescrizioni ed esami negli ospedali: i medici non facciano i ragionieri e rispettino le regole”

Negli ultimi mesi si manifestano in modo sempre più preoccupante le inefficienze strutturali nell’ambito sanitario. Difficoltà all’accesso rapido ai Pronto Soccorso delle città e dei paesi calabresi, prenotazioni per gli esami strumentali e diagnostici che assumono tempi biblici, continuo allarme per il mantenimento in essere di vari reparti che, a turno, risultano essere a rischio chiusura e, comunque, sempre sottodimensionati dal punto di vista del personale medico, infermieristico e parainfermieristico.

Noi, attraverso alcune testimonianze di pazienti (mai li definiremo “utenti”), vorremmo porre l’attenzione su un altro aspetto, altrettanto grave, che sfocia sia in disagio per il cittadino sia in grave inadempienza da parte delle strutture ospedaliere.
Il cittadino che è costretto a ricorrere alle prestazioni ospedaliere o di Pronto Soccorso ovvero specialistiche ambulatoriali (ad esempio Ortopedia-Cardiologia ecc.) si trova troppo spesso ad essere dimesso con una prescrizione “irregolare” (su foglio bianco e non su ricetta per intenderci) in cui viene indicata la prestazione farmacologica ovvero l’esame strumentale da far, successivamente, prescrivere dal medico di famiglia.

Il problema è che tale procedura è illegittima in quanto il farmaco prescritto dal medico ospedaliero, facciamo l’esempio di alcuni antitrombotici (eparine) ovvero antinfiammatori, inibitori di pompa eccetera, non possono essere prescritti su ricetta dal medico di famiglia. che rischia di vedersi addebitare il costo del farmaco. Quindi, pur consapevoli, perché si pensa che non possa essere frutto di ignoranza bensì di menefreghismo nei riguardi del paziente, di quanto previsto dall’art 50 della L 326/03 (parliamo di vent’anni…) dove è previsto l’obbligo da parte del medico prescrittore di avvalersi del ricettario del Servizio Sanitario Nazionale.

Obbligo! Crediamo sia chiaro anche ai medici e direttori meno avvezzi all’italiano cosa significhi il senso della parola.

Ancora: art. 15 D Lgs 229/99 i medici – persino quelli operanti nel privato accreditato, hanno l’obbligo di specificare quali farmaci sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale. E potremmo continuare con le omissioni che accadono quotidianamente nei nostrI ospedali ed ambulatori.
In alcuni casi si omette persino la trasmissione telematica del certificato di malattia da trasmettere all’INPS: se la visita la effettua il medico di Ps o di reparto, magari il sabato, non può poi lasciare che sia il medico di famiglia, che non ha visitato il paziente, a fare la comunicazione. In questo caso abbiamo registrato testimonianze di lavoratori che hanno perso il sacrosanto diritto a quei giorni di malattia proprio per questo comportamento da parte degli ospedalieri.
E dobbiamo rilevare per correttezza che in alcuni reparti (PS e Ortopedia soprattutto) non si rispetta la procedura mentre in altri (Pneumatologia e Reumatologia ad esempio) si procede seguendo le regole.

Ed allora ci chiediamo perché questa diversità di comportamenti e, soprattutto, perché si consente la trasgressione?
Si tenga presente che in ballo, oltre ai diritti del malato, sono in ballo anche sanzioni che potrebbero colpire i medici di base tenuti poi a risarcire loro l’indebita prescrizione.
Naturalmente un’idea sul perché avvenga questo l’abbiamo: la Sanità pubblica in Calabria è obbligata a risparmiare sulle prestazioni ospedaliere e farmaceutiche e costringe/obbliga i medici a ragionare non da medici ma da ragionieri. Che poi i medici ospedalieri, preoccupati che il costo di quella prescrizione, possa essere loro contestata dal Servizio Sanitario Nazionale facciano a scaricabarile sul medico di base è una possibile conseguenza che, però, rappresenta un’illegalità oltre che una scorrettezza verso il paziente e verso i colleghi.
Sarebbe quindi opportuno che si chiarisse in via definitiva ciò che è previsto in tutta Italia e si applichi anche nel nostro territorio.

Lettera firmata