Buongiorno Direttore,
seguiamo da giorni la sua inchiesta sulla Fondazione Campanella, noi facciamo parte di quelli che sono stati esclusi, perché senza raccomandazioni e senza appoggi o benedizioni massoniche. La narrazione dei fatti che il suo giornale, uno dei pochi liberi, ha messo in risalto è giusta fino ad un certo punto, quello che riguarda proprio l’avvocato Anselmo Torchia, manca però di alcuni passaggi che mettono perfettamente in relazione la massoneria, di cui Torchia è dichiarato esponente, la Fondazione Campanella e le tante assunzioni clientelari favorite che poi sono state una concausa del fallimento di quell’idea che l’ex presidente Torchia aveva sognato.
Massoneria e politica sono stati i veri soci della Fondazione Campanella, i soci che proprio Torchia denunciava come la causa del fallimento, dimenticando però di raccontare tutto e fino in fondo, nonostante la sua smaccata appartenenza alle logge massoniche, come è emerso dall’inchiesta Rinascita-Scott.
È parte del contenuto di una lunga dichiarazione contenuta nelle carte dell’inchiesta Rinascita-Scott (http://www.iacchite.blog/ndrangheta-e-massoneria-il-pentito-virgiglio-pittelli-chiaravalloti-e-pino-gentile-nella-loggia-coperta/) resa nel novembre del 2016 da Cosimo Virgiglio, collaboratore di giustizia e anche lui componente della loggia massonica in qualità di maestro venerabile. Ed è proprio il collaboratore che fornisce un quadro chiaro e dettagliato degli stretti legami che intercorrono tra la ‘ndrangheta e le logge massoniche per mezzo di imprenditori e esponenti politici e delle istituzioni. «Gli appartenenti alle logge regolari erano tutti professionisti: avvocati, medici etc. – spiega Virgiglio – mentre le logge coperte erano formate da due filoni. Il primo quello dei “sussurrati all’orecchio“, persone che rivestivano cariche istituzionali e per questo non potevano essere inserite nelle liste segnalate alla Prefettura e il secondo filone era quello dei “sacrati sulla spada“, soggetti con precedenti penali di vario genere, compresi ‘ndranghetisti, ovvero i “rispettosi del Vangelo di Giovanni”, loro si reputano inflitti Angeli di Dio».
«A Catanzaro il carismatico era Pino Torchia mentre Anselmo Torchia l’avvocato, era molto vicino a Chiaravalloti aveva il Tempio Coperto a Praialonga, in un villaggio turistico costituito da una serie di villette a schiera… La loggia dell’avvocato Anselmo Torchia era una loggia alla luce del sole; quella di Pino Torchia era coperta, della quale faceva parte Chiaravalloti… io non ho avuto a che fare con l’avvocato TORCHIA, mentre ho avuto a che fare con CHIARAVALLOTI e con Pino TORCHIA… L’avvocato CASSODONTE teneva la “pasta in mano” nella LOGGIA coperta, dove c’era PITTELLI ed era anche il “Maestro Venerabile” della Federazione delle varie “Ubbidienze”, un po’ il Licio Gelli calabrese, vicino al quale c’era Pino GENTILE di Cosenza, caratterizzato dal fatto che aveva i denti larghi».
Non pensate che Anselmo Torchia sia un santo, non lo è, ma almeno si dichiara massone e non si nasconde. Quanto ai suoi scheletri nell’armadio immaginiamo che essendo testata libera, sarete capaci di informare che tutte le assunzioni clientelari siano avvenute (2006/2009) proprio con Torchia presidente, e che lì abbia assunto una sua praticante (facilmente rinvenibile dagli atti dell’Ordine), la moglie di un avvocato dipendente del suo studio, il fratello di una sua praticante e l’autista del padre…
Le mandiamo anche il suo manifesto elettorale con il quale sosteneva di aver rinunciato agli emolumenti, poi stranamente li chiede.. e poi se gli hanno impedito di fare l’Istituto di Ricerca perché non si è dimesso?