Lettere a Iacchite’: “Catanzaro tra dignità, poltrone e… chi l’ha visto?”

Il nome Celestino V, nonostante sia vissuto oltre 700 anni addietro, viene ancor oggi ricordato. Per tutti è l’uomo passato alla storia per essersi dimesso. Colui “che fece il gran rifiuto”, come lo rimpiange Dante.
Le dimissioni, infatti, finiscono sempre per esaltare i galantuomini.
Eppure, se Celesino ebbe la forza di rinunciare nientedimeno che al pontificato, possibile che una quindicina di consiglieri comunali non riescono ad alzarsi dalla poltrona ?
Certo, è sempre difficile dover scrivere la parola fine ma, per un sussulto di dignità, occorre farlo.
Cos’altro deve ancora accadere per convincervi.
Dignità. Ed è proprio alla dignità dei Consiglieri comunali che ci si rivolge affinché abbiano a dimettersi: Non fate finta di non vedere, rifiutatevi di mortificare ulteriormente questa città.
Catanzaro non merita di essere additata al pubblico ludibrio con un consiglio comunale descritto come un verminaio ed un sindaco costretto a nascondersi come per scongiurare magre figure.

Dignità. Ed è proprio la dignità che non può mai essere barattata con la promessa di un incarico in giunta.
Cari consiglieri, la città non può essere svenduta per un piatto di lenticchie.
Non passate alla storia per aver contribuito al sacco di Catanzaro.
Guardatevi allo specchio e se riuscirete (almeno voi) ad incontrare Sergio Abramo, abbiate il coraggio, prima di scendere da quella poltrona, di dirgli: No, grazie #OraBasta

Lettera firmata