Lettere a Iacchite’: “Corigliano-Rossano 2019, il clan del generale”

Cari cittadini della terza città più grande della Calabria e la prima più bistrattata, siete chiamati ad eleggere il primo sindaco post fusione.

Il generale Graziano schiera la formazione più corposa, una vera e propria ammucchiata con un solo interesse: spartirsi il potere.
Ha imbarcato nella sua squadra pezzi importanti della peggiore sinistra come la famiglia Graziano (Strafalaria), indiscussa “regista” della sgangherata squadra del generale. Il fratello di Natale, che è il “politico ufficiale” della banda, Antonello Graziano è (ancora per poche ore) commissario dell’Asp di Crotone e, per non farsi mancare nulla, c’è pure un furbetto del cartellino, Fabio, dipendente Asp preso con le mani nella marmellata. Una famiglia interamente sistemata nel cuore degli affari della sanità calabrese e che gioca un ruolo strategico!

Ma non disdegna nemmeno la destra, e infatti schiera il centravanti Antoniotti, evidentemente affetto dalla sindrome di Stoccolma. Il generale è stato colui che ha precedentemente “disarcionato” Antoniotti da sindaco di Rossano. Memorabili i comizi al vetriolo dell’ex sindaco contro Graziano nella precedente tornata elettorale. Insomma, un gigante in dignità e coerenza che candida a consigliere il proprio congiunto Giovanni, noto per l’innamoramento dei 5 stelle alle scorse politiche, impiegato grazie alla politica mangiona nel Consorzio di Bonifica. L’anima leghista della banda del generale è vista da molti come l’anello più debole della catena. A parte le lettere pubbliche degli elettori delusi, che hanno dichiarato in anticipo che avrebbero votato Flavio Stasi, negli ambienti interni è partito da tempo il tam tam per silurare Graziano con lo stratagemma del voto disgiunto per come si è verificato al primo turno.

E che dire di Giovanni Dima, impresentabile per eccellenza della destra più becera e inutile, chiacchierato fino al parossismo per le sue trastule e i suoi traggiri e ora riciclato con la Meloni sulla zattera di imbroglioni di Fratelli d’Italia. Che squallore…

Punta di diamante, restando sempre agli impresentabili di Fratelli d’Italia, è Ernesto Rapani, detto “rapina”, che da nemico giurato alle ultime comunali (si erano scambiati decine di denunce), è diventato alleato. Rapani è reduce da due sonore trombature tra le comunali del 2016 e le politiche dell’anno scorso ed è notoriamente uomo di “Mollettun”. Sono in molti a pensare che anche qui funzionerà e non poco l’antico fenomeno del voto disgiunto, proiettato a far cadere pesantemente il generale. Con gli stessi Dima e Rapani che ridono sotto i baffi dopo aver perso tante elezioni per colpa di ‘sto generale di quarta fila…

A centrocampo ecco il prode Lucisano, che una volta “fulminato” il progetto lampadine ha ripiegato sul nemico giurato… pecunia non olet! Lucisano ha davvero superato se stesso, ha messo in campo una lista di donne che lo voteranno tutte in accoppiata. La lista si chiama Direzione Italia, ma potrebbe benissimo chiamarsi Direzione Distrettuale alla mafia. Nella lista ci sono nomi di rilievo, non per la politica ma per le frequentazioni paramafiose. Compare Domenico Mollo, sposato con la sorella dei più famosi Sergio e Massimo Esposito (famiglia pik pik), sodali della cosca dominante. Alfonso Vagliaca, con incarichi minori nel clan e Veneziano, parente del responsabile al sostegno dei carcerati. Tra le donne figura anche Ambrosio, che fa parte di una famiglia di costruttori i cui figli hanno interessi nel locale estivo Apocaliss – Riva, acquisito dal Lucisano tramite un prestanome. Quella dei locali è una passione comune del Nostro a quella della famiglia Morrone “mammasantissima” di Cosenza, che aderisce alla stessa “cricca”.

Perno della difesa, la Massoneria, che è ampiamente rappresentata con la famiglia Minnicelli, vecchi volponi “spartipagnotta” di sinistra che negli anni hanno sempre fatto ottimi affari con nel comune di Rossano… bando illuminazione giusto per citarne uno.

In panchina pare ci sia anche il sempreverde Caputo Geppino, ex sindaco missino di Rossano, perché pare non abbia candidato direttamente nessuno del suo entourage (non è che sornionamente vuole tenersi fuori dal fango per poi togliere il jolly?). Va da se che in questo campo il voto disgiunto la farà da padrone e anche qui c’è stato un clamoroso flop dei voti diretti del generale rispetto a quelli delle liste. Tanto che, in queste ore, la foto di Caputo viene associata a quella di Stasi nei fotomontaggi della disperazione del clan del generale.

All’elenco vanno aggiunti – di diritto – anche i Cinghiali cosentini ma la testata che ci ospita ha avito modo di narrare a lungo le gesta di questi personaggi, massimi esperti in clientele, corruzione, mafia e… tutto il cucuzzaro!